Escursionista portato in salvo sul monte Serva

Un pontalpino incrodato è stato individuato e trasportato a valle da Soccorso alpino e 118 Non era a 200 metri da casa 

PONTE NELLE ALPI. Incrodato in montagna in piena emergenza Covid-19. Soccorso alpino e 118, che sono andati a recuperarlo sul monte Serva a quota 1. 700 metri, hanno avvertito i carabinieri e il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini. Presto lo saprà anche il governatore Zaia. Impossibile che il 50enne del posto R.O. possa sostenere di essere andato a fare una passeggiata a 200 metri da casa. Nei prossimi giorni, gli arriverà una sanzione amministrativa da 400 a 3 mila euro e dovrà pagare anche l’elicottero decollato dalla base di Pieve di Cadore. Partito in mattinata da Polpet, l’uomo ha raggiunto Pra d’Anties per poi proseguire verso Pian de le Vedele, parecchio sopra Sant’Andrea. Sulla via del ritorno, ha smarrito la strada e si è trovato bloccato sopra salti di roccia, senza essere nelle condizioni di proseguire. L’elicottero ha imbarcato due soccorritori di Longarone, mentre una squadra si preparava a intervenire insieme a un’altra arrivata da Belluno e si è portato in quota. Fortunatamente, durante il sorvolo, l’uomo è stato individuato non senza difficoltà (aveva uno zaino di colore giallo fosforescente), recuperato col verricello dal tecnico di elisoccorso e trasportato a valle. L’atterraggio è avvenuto a Polpet, alle 19.29, dove più di qualcuno si è chiesto cosa stesse succedendo. È seguito un dibattito, anche molto aspro, sui social network.

Gli uomini del Soccorso alpino erano contrariati, ma hanno fatto il loro dovere: «Meno male che l’abbiamo trovato prima che facesse buio», sospira Fabio Rufus Bristot, «in caso contrario, non avremmo potuto contare sull’elicottero e forse le ricerche sarebbero proseguite per tutta la notte. Ho sentito i carabinieri e il sindaco, perché non potrà finire così».

È intervenuto anche l’ex primario del 118, Giovanni Cipolotti: «Da sempre i soccorritori rammentano prudenza e riflessione sull’inopportunità di affrontare la montagna da soli e sulla necessità di conoscere i propri limiti. A tutto questo si aggiunge la realtà di questi giorni. Voglio dedicare questa riflessione a chi non sa rinunciare». —

G.S..

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