«Esce acqua torbida e pesante»: barista di Falcade all’attacco di Gsp

Mirko Carli non ne può più: «Sono tre anni che in questo periodo è sempre così». Coinvolte anche altre abitazioni di Caviola, inutili finora le richieste di intervento

FALCADE

«Dal rubinetto del bar e di altre abitazioni della zona esce acqua torbida e pesante: si lamentano i clienti e si rovinano le attrezzature. Da Bim Gsp nessuna risposta».

Mirko Carli gestisce il Bar-Tabaccheria “da Flora” in piazza XX agosto a Caviola di Falcade. Da tre anni, durante la stagione invernale e nel primo mese di primavera, ha osservato come l’acqua che esce dal rubinetto del suo locale abbia delle caratteristiche diverse dal solito. Caratteristiche che, tuttavia, rischiano di causare problemi alla sua attività sia per quanto riguarda il gradimento della clientela e sia per la salvaguardia delle attrezzature usate.

«Da tre anni a questa parte», ha scritto nella lettera inviata il 3 marzo a Bim Gsp, «da Natale a metà aprile l’acqua che fuoriesce dai rubinetti e che utilizzo anche per fare il caffè espresso e per la lavastoviglie risulta molto torbida e molto “pesante” da bere. Già l’anno scorso avevo fatto reclamo a Bim Gsp, assieme ad alcune persone e famiglie che abitano in via Cime D’Auta, via Lungo Tegosa e via Trento a Caviola. Senza risultati».

A sostegno della validità della sua protesta, Carli ha inviato a Bim Gsp anche i risultati delle analisi commissionate a Life Analytics, una società che offre servizi analitici di chimica, microbiologia e biologia per vari settori, compreso quello alimentare. Il dato relativo alla presenza dei solfati (calcio e magnesio) è superiore ai limiti indicati dall’azienda (340 contro 250 mg/l). Durezza dell’acqua e residuo fisso a 180° sono nei parametri per quanto riguarda la potabilità ma, secondo Carli e altri cittadini di Caviola, non adatti per l’utilizzo dell’acqua in attrezzature come la lavastoviglie, la macchina del caffè, il bollitore della caldaia.

«I bicchieri e le tazzine del caffè non vengono puliti bene», dice Carli, «ci sono aloni bianchi e a vedere sembra che siano sporchi con evidenti lamentele dei clienti».

«Mio marito fa l’idraulico in zona», spiega Giuliana De Prà, «e nota che molti bollitori sono pieni di calcare. L’acqua, così, ci mette molto di più a scaldarsi. Per le caldaie l’acqua dovrebbe avere una durezza inferiore ai 15 °F, la nostra ne ha 40. Facciamo fatica anche a cuocere i fagioli e a sciacquare il sapone».

Da Bim Gsp non sono arrivate risposte. Carli e gli altri sono pronti a chiedere un risarcimento danni.

«Non riusciamo a capire», conclude, «perché, invece, in altre vie di Caviola e di Falcade raggiunte dallo stesso acquedotto l’acqua sia meno torbida e più bevibile della nostra che ha anche tanto odore da cloro. Spero solo che in questo periodo l’acqua non sia un po’ scarsa e che, per colmare la lacuna, si utilizzi ancora una parte della vecchia sorgente “Mandra dei Zaut” , imbevibile e ipercalcarea, sita in località Tegosa non lontano dalla vasca di contenimento dell’acquedotto, chiusa e sigillata anni fa». —



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