Eredità Ricci. Il dottor Guglielmo lascia il carcere e ora è ai domiciliari a Belluno

BELLUNO
Il dottor Guglielmo ha lasciato il carcere di Civitavecchia. Il medico bellunese, che era stato condannato in via definitiva a cinque anni e quattro mesi per circonvezione d’incapace e, da latitante, aveva cercato di rifugiarsi nello stato centroamericano del Belize, è da qualche giorno agli arresti domiciliari a Belluno. La sua detenzione è durata poco più di un anno e adesso è in attesa della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma, dove è stato avviato il procedimento per l’affidamento in prova ai servizi sociali. L’udienza non è ancora stata fissata con precisione.
È con questa formula che Maurizio Guglielmo finirà di scontare la sua pena per il raggiro ai danni dell’anziano milionario Guido Ricci, che l’aveva nominato erede universale di un patrimonio stimato inizialmente sui 20 milioni di euro e poi sceso a otto milioni, prima della sua morte nel settembre di sette anni fa. Peraltro nello scorso mese di aprile è finita la causa civile, che ha dichiarato nullo quel testamento e consegnato tutto, almeno per il momento, agli eredi legittimi: la veneziana Annamaria Cappellin, la moglie del defunto Daulo Foscolo; il trevigiano Antonio Fanna e i romani Paolo Francesco e Cristina Spongia, che non erano entrati nel procedimento penale, ma sono emersi soltanto in un secondo momento. La sentenza emessa dai giudici bellunesi Travia, Giacomelli e Sandini è solo provvisoriamente esecutiva e tutto fa pensare che sarà impugnata dai legali di Guglielmo.
Nel frattempo, i due veneti hanno avviato la procedura di pignoramento del trattamento di fine rapporto del medico, che lavorava al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre. Condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi, Maurizio Guglielmo si è visto confermare la pena dalla Corte d’Appello di Venzia e respingere il ricorso dalla Cassazione. Quando la condanna è diventata defi nitiva, ha cercato di rendersi irreperibile, espatriando in Belize, un piccolo Stato centroamericano, che non solo è un paradiso fiscale, ma non ha accordi con l’Italia in termini di estradizione. Qui è stato derubato: qualcuno gli ha portato via soldi e documenti, lasciandolo con pochi contanti in tasca e senza l’indispensabile passaporto. In più, la Procura ha chiesto al giudice tutelare la nomina di un amministratore di sostegno all’anziana madre Ida Gasperini, una mossa questa che gli ha tagliato una fonte importante di sostentamento, accanto al blocco di conti e carte. Costretto a tornare in Italia, è stato arrestato dai carabinieri all’aeroporto romano di Fiumicino e portato in carcere.
Poi ci sono i due amici che stavano trattando la vendita della casa di famiglia di via De Stefani e preparando l’espatrio della donna. Sono indagati a loro volta per circonvenzione d’incapace e procurata inosservanza di pena, perché le avrebbero fatto firmare delle procure speciali per la gestione del patrimonio. —
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