Epidemia colposa al San Martino: «Ci aspettiamo l’archiviazione»

BELLUNO

Epidemia di Covid-19 in ospedale: le difese si aspettano l’archiviazione dell’inchiesta. Non solo per il primario di Otorinolaringoiatria, Roberto Bianchini, ma anche per i quattro indagati dell’Ufficio Procedimenti disciplinari dell’Usl 1, Raffaele Zanella, Antonella Fabbri, Cristina Bortoluzzi e Tiziana Bortot. Bianchini è accusato dalla Procura della Repubblica di epidemia colposa aggravata, mentre gli altri di falso materiale e ideologico e favoreggiamento.

Dopo l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari bellunese Elisabetta Scolozzi e quella del Tribunale del Riesame di Venezia, che hanno respinto la richiesta di sospensione per tre mesi a carico di Bianchini, Zanella e Fabbri, non è escluso che il procuratore Paolo Luca presenti nel corso delle prossime ore un ricorso per Cassazione.

Ma intanto i difensori non nascondono la loro soddisfazione per come si sono messe le indagini: «Non c’erano esigenze cautelari e, quindi, la necessità di misure interdittive, come quelle richieste dalla magistratura e questo l’ha stabilito il gip, ma non esistono nemmeno gravi indizi di colpevolezza e quest’altro aspetto l’ha aggiunto la magistratura veneziana», sottolinea l’avvocato Massimo Moretti, «fra l’altro, il Riesame è stato ancora più definitivo, demolendo quello che era rimasto ancora in piedi».

Ci sarebbero state delle condotte «negligenti, imprudenti e sconsiderate» da parte del medico, ad esempio le visite specialistiche senza la mascherina protettiva, ma non c’è il nesso di causa tra queste e il contagio di quattro persone, che poi me avrebbero infettate un’altra decina, con la conseguenza di dover disporre la sorveglianza domiciliare di una settantina di individui e 106 sanitari: «Ci ha dato fastidio il fatto che, a Venezia, si siano permessi di usare certi aggettivi, quando avevamo spiegato nel dettaglio quello che è successo, dopo il ritorno dalla vacanza in Thailandia», osserva Moretti, «rimane il fatto che in tutto questo non c’è niente di penalmente rilevante e parlo per Bianchini. I presupposti per andare avanti con le indagini non ci sono».

Non si sa se si arriverà alla richiesta di rinvio a giudizio oppure scatterà l’archiviazione: «Non possiamo sapere come si muoverà la Procura della Repubblica, quello che ci sentiamo di dire è che, dopo quanto ha stabilito il Riesame, la richiesta di archiviazione dovrebbe diventare automatica. Nel frattempo, ci sono stati gli interrogatori, nei quali gli indagati hanno respinto le accuse, avvalendosi della facoltà di non rispondere e non dovrebbe mancare altro». —



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