Elettronica Dolomiti assoluzione per i titolari

FELTRE. Nessun ritardo. Domenico De Bacco ci aveva messo il tempo che ci voleva per l’istanza di autofallimento di Elettronica Dolomiti Feltre. Ma anche oer quella delle aziende collegate Dimmo, Dolomiti service ed Energia e servizi. Assolto lui perché il fatto non sussiste, come richiesto dal difensore Luciano Perco, assolti anche i due soci Gasperin e Faoro, che invece erano tutelati dall’avvocato Andrea Colle. La differenza è che il pubblico ministero Sandra Rossi aveva chiesto sette mesi di reclusione per De Bacco e l’assoluzione per gli altri due. Tutti assolti, alla fine.
Ieri mattina, nell’aula Pajardi al primo piano del palazzo di giustizia, la parola è stata data inizialmente al curatore fallimentare Marco Dall’O’, che ha raccontato tutto il tragitto, attraverso il quale si è arrivati al processo, dalla fine dell’aprile 2009, quando c’è l’ispezione dei carabinieri, dopo che Telecom ha rotto le relazioni con Elettronica Dolomiti, fino al tentativo del concordato preventivo, all’istanza di autofallimento e infine alla sentenza di fallimento, che è del gennaio 2010. Mancava liquidità e il tentativo di vendere gli immobili Dimmo non era andato a finire bene. Il bilancio è stato depositato nei termini di legge fino al 2009, i libri sono stati tenuti regolarmente, ma c’era già un dissesto economico di 663 mila euro nel 2008. In un secondo momento, nel maggio 2009, era stato interpellato anche lo studio Cortellazzo Wiel, che è specializzato in questo genere di procedure e ieri è stato sentito con un proprio rappresentante.
Si sono tentate tutte le strada possibili, dall’esame della situazione patrimoniale fino a quando l’unica possibilità è diventata quella dell’autofallimento. De Bacco ha reso una dichiarazione, nel corso della quale ha riassunto la storia della sue trentennale esperienza imprenditoriale, precisando anche di aver pagato il centinaio di dipendenti fino al marzo 2009 e di essersi attivato in tutti i modi fino all’inevitabile istanza del 2 dicembre.
Perco ha cercato di dimostrare che non c’erano né il dolo né la colpa grave, nell’atteggiamento del suo assistito, ma solo il tentativo di salvarsi e salvare i dipendenti: assoluzione per non aver commesso il fatto o perché non costituisce reato.Colle ha avuto una vita ancora più facile, non ravvisando ritardi. Il giudice Antonella Coniglio ha assolto tutti. Cosa c’entrava Telecom? C’era stata una maxitruffa ai suoi danni, nell’ambito della quale De Bacco era stato rinviato a giudizio con le accuse di truffa, falso in scrittura privata e illecito trattamento dei dati personali. Caduta l’accusa di associazione a delinquere. L’uomo ha già detto di sentirsi «un capro espiatorio di questa vicenda».
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