Edificio pericolante caccia ai 35 proprietari per farlo sistemare
Domegge. Il sindaco ha emesso l’ordinanza ma è allarmato «Non sarà per niente facile riunirli e metterli tutti d’accordo»

DOMEGGE. Un nuovo caso di edificio pericolante è stato verificato in pieno centro, a Domegge, al punto da indurre l’amministrazione comunale ad emettere un’ordinanza di messa in sicurezza urgente volta ad evitare guai peggiori. Due mesi fa c’era stato un caso simile, peraltro risolto in tempi celeri dalla proprietà: si trattava di un vecchio casale situato proprio a ridosso della Statale. L’ordinanza emessa dal sindaco Lino Paolo Fedon, infatti, fu accolta dalla famiglia proprietaria dello stabile, di origini veneziane, e di cui fa parte anche l’ex moglie del ministro Gianni De Michelis. Stabile che oggi si presenta puntellato, quanto basta per considerare il caso risolto.
Il secondo edificio pericolante si trova invece in via Piave, qualche centinaio di metri più avanti, proprio a due passi dal municipio. Una vicenda che si presenta piuttosto ingarbugliata quest’ultima, se non altro perché, curiosità che ha dell’incredibile, i proprietari dello stabile sono ben 35, uno dei quali residente negli Usa.
«Non sarà per niente facile riuscire a riunire tutti», fa sapere il sindaco, Lino Paolo Fedon, «per questo motivo una delegazione di coloro che vivono in paese ci ha comunicato che si impegnerà al fine di risolvere la situazione anche per conto di chi è impossibilitato a presenziare fisicamente. Oltre ad una signora residente negli Stati Uniti, infatti, altri proprietari si dividono tra Venezia, Bolzano, Udine, Padova, Genova ed Imperia».
Difficile capire come sia possibile che uno stabile, seppur di grandi dimensioni, possa avere 35 proprietari (suddivisi in una serie di famiglie evidentemente numerose): fatto sta che è bastato un sopralluogo dei vigili del fuoco datato 27 settembre per certificare l’estrema pericolosità della struttura. Eloquente il report in cui si parla di dissesto statico. Lo stabile è stato delimitato con nastro segnaletico mentre nel frattempo i vigili del fuoco hanno richiesto “un intervento di messa in sicurezza anche in considerazione di eventuali condizioni meteorologiche avverse che potrebbero peggiorare in maniera esponenziale le attuali condizioni di precarietà”. «Come già avvenuto in un caso simile un paio di mesi fa, la proprietà avrà 45 giorni di tempo per avviare la messa in sicurezza», prosegue il sindaco Fedon, «l’incolumità dei cittadini è prioritaria, per questo è stata richiesta esclusivamente una messa in sicurezza. Tutto il resto passa inevitabilmente in secondo piano». A tal proposito, la legge non obbliga i proprietari a completare i lavori tenendo conto anche di aspetti estetici. Di certo, ad esempio, il “bendaggio” con il quale oggi si presenta recintata la palazzina della famiglia veneziana non è un bel vedere; ma da questo punto di vista il sindaco Fedon è chiaro: «Le leggi limitano un’Amministrazione ad intervenire solo per garantire la sicurezza».
Gianluca De Rosa
Argomenti:edificio pericolante
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video