Ecs leader delle schede elettroniche: «Manca il personale specializzato»

«Diciamo che noi abbiamo favorito, in provincia di Belluno, il passaggio dalla eletromeccanica alla microelettronica, sviluppando la digitalizzazione. Ed oggi abbiamo maturato un’esperienza tale da poter contaminare anche altri settori, oltre ai nostri classici punti di riferimento, refrigerazione e ristorazione professionale». Mauro Longi, amministratore delegato di Ecs di Belluno, sintetizza lo sviluppo della sua azienda, che produce schede elettroniche personalizzate e che ha ricevuto il riconoscimento, assegnato da Industria Felix e Cerved, per essere una delle migliori piccole aziende del Veneto. «È stato assegnato a 32 aziende venete, dopo una maxi inchiesta condotta sui bilanci dell’anno fiscale 2017 su ben 14.276 società di capitali con sede legale in Veneto e fatturato/ricavi compresi tra i 2 milioni e i 12,5 miliardi di euro».
Fra queste appunto Ecs srl, che progetta e produce le schede elettroniche, che sono il vero “motore” di varie apparecchiature, nel senso che le fanno muovere e funzionare: da una macchina da caffè professionale ad un condizionatore, da una cucina ad un apparecchio medicale. In un anno stampa più di 100 mila schede, tutte in casa grazie anche a nuovi macchinari in grado di installare autonomamente migliaia di componenti ogni ora, nella nuova sede di 2. 400 metri quadri in via dell’Artigianato 24. Con una quarantina di addetti, di età media non superiore ai 35 anni, in buona parte bellunesi, anche se in questi giorni sono in corso colloqui per l’inserimento di due giovani ingegneri provenienti da India ed Iran. Perché? «Per le competenze che hanno e che a noi servono; ed anche per il curriculum, avendo entrambi alle spalle, oltre alla laurea, ben due master ed un’esperienza internazionale. Sono molto contenti di venire qui e ci vedono come una grande opportunità di crescita professionale».
D’altra parte Longi proprio recentemente ha lanciato un accorato appello alle istituzioni: «A Belluno non c’è solo l’occhialeria, aiutateci a formare nuovi tecnici. Perché noi di Ecs siamo alla costante ricerca di ingegneri da inserire all’interno dell’ufficio tecnico, un team che rappresenta ormai l’avanguardia, a livello non solo italiano, nel comparto della progettazione elettronica. Ci servono persone che, grazie alla propria opera d’ingegno, ideano e progettano dalla A alla Z i dispositivi che produciamo per le più importanti e innovative aziende europee di diversi settori tecnologici».
Ecs è nata 24 anni fa dalla scommessa di tre soci bellunesi, Mauro Longi, Andrea Longi e Alessandro Bortot. Prima i tre lavoravano come tecnici alla Eliwell, i due Longi come programmatori e Bortot come tecnico elettronico, e si occupavano di microprocessori, avendo iniziato, ad esempio a digitalizzare i termostati. «Ma si trattava di un business collaterale dell’azienda ed allora», ricorda Longi, «quando un gruppo straniero acquistò nel 1995 la Eliwell, noi pensammo di uscire e di dar vita ad uno studio di progettazione, con l’obiettivo di sviluppare alcuni progetti per nostri clienti. Si trattava, in particolare, di controlli elettronici per aria condizionata e ristorazione professionale».
Ed è qui che i tre soci si accorgono che c’era nel Triveneto una base industriale molto robusta che andava contaminata dalle nuove tecnologie ed alimentata con la digitalizzazione per garantirsi un futuro migliore. Ecs (acronimo di Electronic & Customers satisfaction) vuole proprio operare a favore di questo passaggio storico.
Ma perché un big player viene a chiedere proprio a voi di sviluppare la sua elettronica?
«Perché voleva un partner che gli proponesse un prodotto su misura per le sue esigenze, fornendo la leva tecnologica per differenziarsi sul mercato; ma anche che fosse dedicato e garantisse la massima riservatezza. Non è piacevole, infatti, per un cliente sentirsi una sorta di cavia su cui gli sviluppatori testano un prodotto che poi vendono anche ad altri».
Quindi voi lavorate solo in esclusiva?
«Certamente, quando un cliente ci contatta e ci chiede una scheda speciale per le sue esigenze. Se invece il prodotto è di nostra concezione, poi lo mettiamo sul mercato e può essere acquisito anche da clienti diversi. In ogni caso i rapporti sono molto chiari e fidelizzati, estremamente leali».
Quali sono i settori per cui lavorare oggi?
«Refrigerazione, ristorazione professionale, disinfezione, per aziende italiane ed internazionali, fornendo sempre lo stato dell’arte della tecnologia, perché sono i nostri clienti che ci impongono una crescita costante».
I numeri?
«Sono in crescita: i ricavi sono stati 6,8 milioni di euro nel 2018, contro i 6,2 del 2017 ed i 5,6 del 2016. Ci siamo consolidati ed ora è il momento di crescere. Per questo stiamo sviluppando anche il marketing che fino ad oggi avevamo trascurato».
In conclusione?
«Ribadisco: industria, nel Bellunese, non vuol più dire solo occhialeria: aiutateci a formare valide risorse anche nel settore dell’elettronica. Il futuro sta anche qui, perché è l’elettronica che può contribuire alla crescita di tutti i settori manifatturieri. E quindi è quanto mai fondamentale istituire una valida e qualificata formazione di persone che altrimenti fatichiamo davvero troppo a trovare nel nostro territorio». —
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