Ecosistema urbano, Belluno è settima

Il capoluogo scivola indietro di quattro posizioni (era terzo). Peggiora soprattutto il dato relativo alla qualità dell’aria

BELLUNO. Perde quattro posizioni, ma Belluno si conferma reginetta in Veneto per qualità della vita. Ieri a Bari è stato presentato il 23esimo rapporto sull’ecosistema urbano di Legambiente che misura, attraverso diciassette indicatori (uno in meno dell’anno scorso) come si vive nei capoluoghi di provincia. Belluno scende al settimo posto, dal terzo dello scorso anno - e secondo nell’edizione 2014. Reginetta della classifica è Macerata, che batte Verbania e Mantova. Seguono Trento e Bolzano, poi Parma e quindi Belluno.

Il capoluogo dolomitico è primo in Veneto: Treviso, pur risalendo diciannove posizioni, è ventitreesima. Padova si piazza al 39° posto (era 35esima), Venezia precipita al 50° (era ottava l’anno scorso), Rovigo sale al 60° (era 70esima), Verona e Vicenza sono rispettivamente 75esima e 80esima. Un crollo per queste ultime due città, che lo scorso anno erano al 32° e al 46° posto della classifica. «Sono cambiati tutti i parametri di valutazione quest’anno, quindi non mancano sorprese», spiega il sindaco Jacopo Massaro, che ieri era a Bari alla presentazione del report e a ricevere un premio perché «la città rimane da anni ai vertici di questa classifica», precisa.

«Abbiamo pagato soprattutto il peggioramento della qualità dell’aria, dovuto a due fattori: la siccità, che l’anno scorso ha inciso anche se per tutte le città, combinata al problema della combustione delle stufe. Non a caso stiamo facendo molti incontri con l’Arpav per spiegare ai cittadini il corretto utilizzo delle stufe a legna per il riscaldamento. Lo immaginavo l’anno scorso, e lo dissi anche, che sarebbe stato un problema quello della qualità dell’aria, ma questo indice ci ha fatto perdere qualche posizione in classifica».

Belluno però migliora per quanto riguarda i chilometri di piste ciclabili a disposizione dei cittadini, quasi raddoppiati rispetto a due anni fa: «Nel 2014 avevamo 3,4 metri equivalenti ogni cento abitanti, l’anno successivo quattro e mezzo e quest’anno siamo a 7,2», continua il sindaco. «Stiamo investendo su questo settore e siamo saliti in questo indice. Saliremo ancora, il prossimo anno, considerando i bandi che abbiamo vinto e gli investimenti che faremo».

La città però pecca anche nell’indicatore relativo al trasporto pubblico locale: è vero che Belluno è seconda nella classifica relativa alle città piccole, ma i mezzi pubblici in città non vengono adoperati molto. Un problema legato all’offerta: «Da noi non è possibile usare i mezzi pubblici come nelle grandi città perché il nostro territorio è vasto e la densità abitativa scarsa, dunque per servire adeguatamente tutti i cittadini servirebbero risorse che non abbiamo e non ci vengono trasferite dalla Regione», continua Massaro. «Qui si apre un tema politico: bisogna considerare che da noi per spostare lo stesso numero di persone di una città di medie dimensioni, servirebbe un budget dieci volte superiore a quello che abbiamo a disposizione». Il concetto che esprime Massaro è semplice: senza risorse aggiuntive, migliorare il trasporto pubblico è impossibile. E allora i bellunesi continueranno a spostarsi, come fanno, con la loro auto (in questo indicatore siamo in fondo alla classifica di Legambiente).

Belluno si conferma però ai vertici italiani nel capitolo dedicato ai rifiuti: siamo quinti in Italia come percentuale di raccolta differenziata, terzi come produzione annua di rifiuti urbani.

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