Ecco “Marmarole Runde” scommessa per sette rifugi

Sito internet già online (e presto anche in inglese e tedesco) per lanciare l’idea Omar Canzan: «Queste montagne meritano di più, per questo siamo insieme»
Di Stefano Vietina

CENTRO CADORE. «Le Marmarole meritano di più, per questo ci siamo messi insieme». Omar Canzan, gestore con la moglie Barbara Zanvettor del rifugio Chiggiato, spiega così la decisione di dar vita al "Marmarole Runde", un anello che riunisce sette rifugi da Auronzo a San Vito. Il suo rifugio rappresenta proprio un balcone sulle Marmarole, con vista splendida dall'Antelao al Pian dei Buoi, dal Cimon del Froppa alla Croda Bianca. E si raggiunge solo a piedi o in mountain bike, adatto quindi a chi intende la montagna come conquista ed impegno, anche se non ha ambizioni o pretese di scalare. Dell'iniziativa fanno parte, in senso orario, il rifugio di Monte Agudo (gestito da Vincenzo Menetti), il Ciareido (Enzo Dal Pont), il Baion (Dino Nassivera), il Chiggiato appunto, la Capanna degli Alpini (Anna Vascellari), il Galassi (autogestito dalla sezione Cai di Mestre, presidente Francesco Abbruscato), ed il San Marco (Edi Pompanin). Sette gestori per un'associazione che è stata costituita nei giorni scorsi e che ha proprio l'obiettivo di fare sinergia e di costruire strumenti comuni per farsi conoscere meglio, sia in Italia e sia all'estero. A cominciare da un sito internet che è già online, e che a breve presenterà anche una versione in inglese ed una in tedesco, realizzato dall'équipe di "Rifugi in rete" capitanata da Mario Fiorentini e da Luca Stevanato. A loro, che sono già riusciti a mettere online ben 570 rifugi in tutta Italia, è stato anche affidato da alcuni di questi rifugi del Marmarole Runde il compito di installare delle webcam. E loro hanno realizzato anche il sito del nuovo anello delle Marmarole dopo che un paio di anni fa avevano creato quello delle Dolomiti friulane (info: www.rifuginrete.com).

«Il ragionamento è proprio questo», prosegue Omar Canzan, «e lo avevamo intavolato fra noi da cinque anni: l'Alta Via 5, che interessa il nostro territorio, è scomoda e sempre meno frequentata. Gli anelli trekking, invece, essendo meno impegnativi, vanno molto bene, soprattutto per le famiglie. Ed il nostro anello è tutto a livello escursionistico. Alla fine, nel novembre scorso, siamo partiti con decisione su questo progetto. Abbiamo fatto varie riunioni, abbiamo ascoltato l'esperienza molto importante maturata da Mario Fiorentini e dal suo rifuginrete.com. Non sempre è facile fare le cose insieme, ma questa volta ci siamo riusciti fino a dare vita ad un'associazione fra i gestori dei sette rifugi».

L'anello (Marmarolerunde.com) ha diverse porte di accesso: si può entrare da Auronzo, da Pian de Buoi (quindi via Lozzo), dalla Val D'Oten (via Calalzo), oppure da San Vito. Lo si può concludere da un minimo di tre giorni ad un massimo di sette, con una tappa per rifugio; anche perché, dovunque ci si fermi poi si possono trovare interessanti camminate, al di là del trasferimento.

«Dal nostro Chiggiato, ad esempio», prosegue Canzan, «c’è la possibilità di salire sulla Cresta D'Aieron a 2.300 metri; dal Ciareido c'è la Ferrata Amalio da Prà sul Monte Ciarido; da Pian de' Buoi si possono raggiungere i Forti di Col Vidal; e così via».

Insomma l'obiettivo è chiaro: far conoscere di più quest'area, portare più gente sui sentieri escursionistici; sviluppare il turismo della zona, unendo le forze ed utilizzando al meglio le opportunità offerte dai social network, ad iniziare dalla pagina che il Marmarole Runde ha aperto su Facebook.

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