E il metano raggiunge anche Auronzo

Il Bim Piave investirà 1.600.000 euro per l'ampliamento della rete
I lavori per l’interramento dei tubi destinati a portare il metano
I lavori per l’interramento dei tubi destinati a portare il metano
 
CADORE.
Dopo Lorenzago, Vigo e Cima Gogna, il metano giungerà anche ad Auronzo. L'ampliamento della rete energetica prende corpo in Cadore grazie all'intervento del Consorzio Bim Piave. Il sindaco di Lorenzago, Mario Tremonti: «Credo che il Bim dimostri con i fatti la bontà della strategia che sta portando avanti con successo nell'allargare le reti energetiche al pari di quelle idriche e, oggi più che mai, quelle informatiche. L'emancipazione della montagna passa infatti lungo queste reti. Il Bim Piave ci sta insegnando che soltanto attrezzandoci in questo modo possiamo consentire alle nostre aziende, ma anche alle nostre famiglie, di competere a testa alta con la pianura». Un profondo sospiro di soddisfazione arriva anche dal sindaco di Auronzo, Bruno Zandegiacomo che guarda con interesse al risparmio che comporterà a famiglie ed imprese l'arrivo della metanizzazione che, si calcola, ridurrà la spesa rispetto ad altri combustibili del 20-30%. «Sono convinto», sottolinea il sindaco di Auronzo, «che questo nuovo servizio consenta ai nostri imprenditori turistici di competere meglio, anche se non alla pari, con i colleghi operanti nei super privilegiati comprensori turistici altoatesini». L'intervento per portare il metano ad Auronzo costerà 1.600.000 euro.  In tutta la provincia di Belluno, la metanizzazione ha comportato investimenti di oltre 40 milioni con i quali è stato possibile realizzare una rete di circa 900 km a servizio di 35.000 clienti. La scelta di investire buona parte delle risorse derivanti dal "sovracanone" versato dai produttori di energia idroelettrica nella realizzazione di queste reti energetiche è stata fatta espressamente dai sindaci che compongono il Consorzio. «Una scelta lungimirante che sta dando i suoi frutti», dichiara il presidente di vallata del Consorzio Bim, Mario Manfreda, «le zone di montagna sono considerate a fallimento di mercato. I disagi e i costi, di gran lunga superiori a quelli della pianura, scoraggiano gli investimenti a tutti i livelli. Per invertire la tendenza era necessario trovare un investitore coraggioso: ecco il Consorzio Bim Piave che, in collaborazione con il braccio operativo dei Comuni, la società Bim Infrastrutture, si è reso promotore di una serie di servizi che, da soli, hanno la forza di fare la differenza e rendere la montagna un po' più vivibile».

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