È arrivato il nuovo acceleratore lineare

BELLUNO. Nei primi nove mesi del 2012 sono state 20.749 le prestazioni offerte dall’unità operativa di radioterapia di Belluno: il 40% su pazienti provenienti da fuori provincia. E a breve, per tutti i malati oncologici ci sarà la possibilità di usufruire di un acceleratore lineare di ultima generazione a “intensità modulata”, che permetterà di ottenere una distribuzione della dose radioterapica che combaci perfettamente al volume del tumore da curare.
«Questo permetterà di aumentare le probabilità di cura e di risparmiare i tessuti normali, riducendo gli effetti collaterali del trattamento e migliorando la qualità della vita dei pazienti», ha detto il primario del reparto, Alessandro Testolin, presentando la nuova apparecchiatura. Con lui anche la dottoressa Francesca Pietrobon, responsabile di fisica sanitaria.
Lo strumento, che sarà attivato entro un paio di mesi, è costato 1.4 milioni di euro; 750mila euro sono stati finanziati dalla Fondazione Cariverona. «Dal 1994 ad oggi la Fondazione ha stanziato per l’Usl 1 circa 9.8 milioni di euro per apparecchiature e altre iniziative di prevenzione. E malgrado anche per noi la situazione non sia ottimale, cercheremo di mantenere i nostri impegni per il sociale, la sanità e la scuola», ha ribadito il consigliere bellunese della Fondazione veronese Paolo Conte.
«Per ottenere questa strumentazione, che ci pone all’avanguardia nel settore e ci consente di poter offrire questo servizio non solo ai cittadini della provincia di Belluno ma anche a chi viene al di fuori, abbiamo dovuto forzare la mano anche alla Regione che ha bloccato gli investimenti», ha ribadito il direttore generale Antonio Compostella, che ha voluto ancora una volta tranquillizzare gli animi su eventuali tagli. «Le alte specialità del nostro ospedale non saranno tagliate, anzi il futuro della nostra radioterapia e di tutti gli altri reparti di eccellenza sarà uguale ad oggi, anche perché si debbono fare i conti con il Piano socio sanitario, che prevede delle eccezioni per un territorio come il nostro».
Compostella ha inoltre sottolineato come il reparto di radioterapia del San Martino sia «ormai un punto di riferimento per oltre 700 pazienti all’anno che si sottopongono a queste cure. E questo nuovo macchinario, che sostituisce la vecchio cobaltoterapia, si aggiunge all’altro acceleratore lineare che abbiamo da tre anni. In questo modo potremo garantire un servizio di qualità e di eccellenza, tenendo a bada anche le liste di attesa. Liste che sono state contenute anche durante i sei mesi di lavori per questo nuovo macchinario, grazie ai doppi turni che sono stati fatti dai medici del reparto».
Paola Dall’Anese
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi