Duomo gremito per i funerali di monsignor Manfroi

BELLUNO. «II suo impegno nella scuola, nell’insegnamento e nella cultura è stato memorabile. Così come il suo lavoro nel “tenere alta” la polifonia sacra e il canto gregoriano. Una figura...

BELLUNO. «II suo impegno nella scuola, nell’insegnamento e nella cultura è stato memorabile. Così come il suo lavoro nel “tenere alta” la polifonia sacra e il canto gregoriano. Una figura significativa e di grande spessore nella nostra realtà bellunese». Sono le parole con cui il vescovo di Belluno-Feltre Giuseppe Andrich ha ricordato mons. Sergio Manfroi, scomparso domenica e del quale si sono svolti ieri i funerali nel Duomo di Belluno.

Una grande perdita, quella di monsignor Manfroi, per la comunità religiosa bellunese e non solo: era infatti uno dei sacerdoti più conosciuti e apprezzati del Bellunese. «Sono stato suo alunno per molti anni», dice ancora Andrich, «e l’ho vito nelle sue migliori età di impegno in diversi settori».

Monsignor Manfroi aveva infatti insegnato religione in varie scuole superiori di Belluno. Nato nel 1927, aveva 86 anni, ed era stato ordinato sacerdote nel 1950. Attualmente era parroco a Chies d’Alpago, dopo essere stato cappellano del Duomo nei primi anni e impegnato in tante parrocchie della provincia, come quella di Borgo Piave.

«Ha insegnato anche all’istituto magistrale “Renier” di Belluno», aggiunge Andrich, «dove ha dato a tante persone, diventate poi a loro volta docenti, un impianto formativo molto robusto e che, senza dubbio, a molto è servito nella loro professione».

E il vescovo ricorda l’attività di monsignor Manfroi come direttore del coro Ctg di Belluno e come grande esperto di musica polifonica (un’attività che lo aveva fatto conoscere non solo nel territorio provinciale ma anche fuori), raccontando però anche alcuni aspetti della sua infanzia e giovinezza. «A 5 anni era rimasto orfano sia di madre che si padre», spiega. «Adottato poi da una signora di nome Carolina, ha potuto crescere grazie alla generosità di chi ha voluto prendersi cura di lui. Fin da molto giovane ha sentito la vocazione religiosa. In lui molto forte anche la mancanza della madre, che così poco aveva conosciuto».

Originario di Cencenighe, a gennaio, monsignor Manfroi aveva festeggiato il suo 86° compleanno con i cori di Chies e del Ctg, di cui era maestro. Ieri, dopo i funerali, la salma di don Sergio è stata portata a Chies d’Alpago, dove era parroco dal 1998 e dove è stato seppellito.

Martina Reoon

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