Duemila penne nere sfilano per il “Feltre”

FELTRE. “Orgoglio alpino” in marcia con più di 2 mila penne nere per il giorno della sfilata, il gran finale del primo raduno del Battaglione Feltre Settimo reggimento e Gruppo artiglieria da montagna Agordo. È un fiume verde che non ti travolge, ma ti avvolge, che lascia il suo segno sull’estate feltrina però raccoglie meno pubblico di quanto sperato.
A evidenziarlo è il presidente della sezione Ana, Carlo Balestra: «Mandiamo un messaggio alla città, che forse la città non ha capito totalmente», dice. «Se ci sono i valori si va avanti, noi abbiamo sempre dimostrato di avere grandi valori e la popolazione dovrebbe imparare che se non ci attacchiamo a dei valori che rappresentano tutti, andrà a finire male. I messaggi vengono da una situazione instabile internazionale e noi stiamo perdendo quella che è la nostra identità. Forse la presenza di qualche persona in più durante la sfilata, sarebbe stata una buona cosa».
Il sigillo ai festeggiamenti per il raduno del Battaglione Feltre e del Gruppo Agordo però non si incrina: «È stata una tre giorni fantastica», sottolinea fiero il presidente dell’Ana. «Ero preoccupato per la sfilata a causa del caldo e delle tantissime iniziative che ci sono in giro in questo periodo, invece gli alpini hanno risposto in modo importante».
Tra le 8.30 e le 9 di ieri mattina i punti di ritrovo sono stati due, al monumento dei caduti in Afghanistan in piazza a Farra per un momento di riflessione e più su, nel parcheggio della Birreria Pedavena, per l’ammassamento vero e proprio, da dove parte lo sfilamento per imboccare viale Vittorio Veneto, passare davanti alla caserma Zannettelli riaperta e attraversare il centro cittadino fino in Campo Giorgio, raccogliendo il saluto e l’applauso della gente lungo il percorso.
«Abbiamo contato durante lo sfilamento quasi 2 mila 500 persone e non è poco», commenta Carlo Balestra. «Ho visto alpini arrivati da Torino, dall’Emilia, dalla Toscana, dall’Abruzzo. È un motivo per sviluppare ulteriori incontri anche negli anni prossimi. Sono certo che nelle edizioni a venire avremo ancora più risultati».
Questa è una tappa, con l’obiettivo di farne un appuntamento fisso. «C’è da migliorare l’organizzazione, perché l’accoglimento degli ospiti è stato un po’ improvvisato, in quanto non sapevamo in quanti venivano. Mentre per il raduno Triveneto ogni sezione rispondeva e ci dava dei dati sicuri, in questo caso gli alpini che facevano parte del Battaglione o del Gruppo Agordo, adesso sono di sezioni diverse. Non hanno quell’inquadramento come nel Triveneto dove le disposizioni venivano dal presidente della sezione stessa», spiega Carlo Balestra, comunque molto soddisfatto: «Il bilancio complessivo dei tre giorni è più che positivo e gli amici ungheresi l’hanno testimoniato», prosegue. «Sentir dire da un generale che rappresenta ufficialmente il ministero della Difesa ungherese che hanno qualcosa da imparare da noi e sicuramente siamo un esempio, mi ha fatto estremamente piacere. Un’altra cosa che mi ha fatto grande piacere, detta sempre dal generale Szèles e anche da altri della delegazione ungherese, è che hanno apprezzato l’attaccamento che c’è tra la popolazione e gli alpini. Quindi se sapessimo interpretare il messaggio di cui ho parlato prima e andare fuori dall’individualismo tipico dei giorni d’oggi, che non è colpa solo dei feltrini ma è una colpa generale, forse avremmo delle future possibilità migliori».
Come alpino tra gli alpini, Carlo Balestra ha visto «l’attaccamento degli allora ventenni ai reparti del Battaglione Feltre e Gruppo artiglieria da montagna Agordo. Io ero in artiglieria e quando ho visto sfilare il gruppo con la maglietta gialla è stata un’emozione», racconta. «Hanno dato tutti un grandissimo esempio di unità».
Pensando poi alla caserma Zannettelli, che è in mano al Comune e può finalmente rinascere dopo anni di chiusura, «adesso speriamo di valorizzarla assieme all’amministrazione», conclude il presidente dell’Ana, «perché è un grande patrimonio per la comunità feltrina».
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