Due psicologi e cinque sedi il servizio amplia l’attività

Milena Maia risponde con i numeri del lavoro svolto in cinque anni alle critiche e perplessità di alcuni amministratori. Ora è affiancata da un altro professionista 

CADORE. Si chiama psicologo delle cure primarie lo psicologo del territorio: un servizio attivo da cinque anni soprattutto in Valle del Boite, in Cadore e in Comelico, che da qualche settimana ha attirato le critiche di alcuni sindaci per il ritardo dell’invio dei conti da parte della cooperativa che amministra il servizio, critiche che hanno preoccupato i medici di base che temono un taglio nell’attività e che ritengono invece che il servizio sia un punto di riferimento importante per la comunità.

È la dottoressa Milena Maia ad aver seguito fin dall’inizio insieme ai medici il progetto lanciato da alcuni medici e dall’Ordine degli psicologi del Veneto. Attualmente gli psicologi sono due, oltre alla dottoressa Maia, c’è il dottor Leonardo Stiz.

A cinque anni dalla partenza è il momento di fare un bilancio del lavoro svolto.

Dottoressa Maia, come si articola il progetto “Psicologi del territorio”?

«Partito come sperimentazione nel 2014, sta ora dimostrando la sua funzionalità, integrandosi e offrendo strumenti complementari al servizio sanitario. Siamo arrivati a questo grazie ad un importante lavoro di concertazione tra medici, psicologi, comuni e Usl. Possiamo dire che è un punto di forza dell’assistenza primaria e della prevenzione. Al punto che insieme con i medici della Valle del Boite, di Cortina, del centro Cadore, del Comelico e dell’Alto Agordino abbiamo deciso di migliorare e potenziare il servizio».

Come si articola il servizio di psicologi del territorio?

«Siamo passati da uno a due psicologi che operano in cinque ambulatori, a Cortina, Borca, Valle, Santo Stefano e Auronzo, ognuno, attualmente, per cinque ore alla settimana. Orari indicativi a dire la verità, perché spesso cominciamo a lavorare al mattino e finiamo alla sera, a seconda della necessità dei nostri pazienti».

Si tratta di una attività privata ma gratuita. Chi sostiene i costi?

«È gestito dalla Cooperativa KCS che si occupa della gestione della casa di riposo di Pieve di Cadore. È sostenuto economicamente dalla stessa cooperativa e da vari enti, associazioni, comuni e dalla parrocchia di Calalzo. Abbiamo il sostegno della Cassa rurale di Cortina, e quest’anno ci sarà anche la cooperativa di Cortina. Per tre anni siamo stati sostenuti dalla Fondazione Cariverona (avendo vinto uno dei loro bandi), poi ci sono comuni che danno un contributo annuale.

Quali sono i vostri ambiti di intervento e a favore di chi?

«La mission dello psicologo consiste nel fornire sostegno a persone che sono in disagio psicologico e intervenire sul nascere di un problema. Gli interventi sono di cura primaria e prevenzione di primo e secondo livello. Il nostro scopo è ascoltare e valutare, dare sostegno psicologico e una “terapia breve” e se necessario l’invio ai servizi di secondo livello. Lavoriamo in sinergia con i medici e il territorio e anche con le scuole».

Quanti sono gli utenti?

«Nel corso del 2018 ci sono stati 132 invii e 231 accessi, compresi i famigliari che sono stati coinvolti durante il percorso. Gli invii al nostro servizio sono stati fatti in prevalenza dai medici di medicina generale. Ci sono anche richieste dirette da parte del cittadino, o dai servizi sociali, dalle parrocchie, dal distretto dell’Usl e dalle scuole. Nei primi mesi del 2019 c’è stato un aumento dell’utenza. Di recente questi dati sono stati presentati durante un incontro con i sindaci e i rappresentanti delle Unioni montane. Della parte economica del servizio si occupa invece la cooperativa».

Sull’attività dello psicologo del territorio in Cadore interviene anche l’Ordine degli Psicologi del Veneto. Spiega il vice presidente Oscar Miotti: «Nel tempo l’Ordine ha incontrato i colleghi che effettuano il servizio, per una verifica dell’attività: abbiamo potuto constatare la bontà e l’efficacia dell’iniziativa. Sono stati visti i report che testimoniano la molteplicità di casi che sono stati seguiti e la correttezza dell’operato. Il progetto dello “Psicologo del Territorio” in passato è stato incluso nella sperimentazione della Regione, dimostrando anche in questo caso la sua efficacia. L’Ordine lo considera un progetto ormai consolidato e “maturo”. Rispetto ad alcune resistenze emerse in alcune realtà locali, ritengo siano frutto di incomprensioni che possono essere chiarite. Ci rendiamo disponibili ad aiutare a superare diffidenze e incomprensioni». —

Marcella Corrà



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