Due medici a giudizio per la morte del paziente

BELLUNO. Il paziente morì un anno dopo. Rinviati a giudizio per omicidio colposo il medico del pronto soccorso Alessio Vainella e lo pneumologo Spiridione Della Lucia. Entrambi sono difesi dall’avvocato Prade e ieri mattina Della Lucia ha sostenuto un lungo interrogatorio davanti al gup Sgubbi e al pubblico ministero Faion. Un’ora in camera di consiglio, nel corso della quale ha risposto punto per punto alle contestazioni che gli sono state mosse, escludendo di avere delle responsabilità nella morte di un 60enne bellunese. Nessun proscioglimento in ogni caso; e la prima udienza del dibattimento è stata fissata per il 2 dicembre. La scelta di andare in aula era scontata fin dall’inizio, dal momento che sarà un processo che si giocherà molto sulle consulenze dei periti. Era stata chiesta l’archiviazione, invece, per una terza indagata della prima ora: il medico internista Chiara Grava.
Secondo la ricostruzione, l’uomo si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale San Martino il 15 novembre 2013, perché accusava stanchezza e debolezza. I medici hanno fatto gli accertamenti e il paziente è stato mandato a casa con una terapia antibiotica da seguire. A distanza di 63 giorni, è stato colpito da un ictus e il 6 novembre 2014 è morto per le conseguenze di un’infezione cardiaca. La procura ha imputato ai due medici, che visitarono il paziente, di non essersi accorti di questa infezione e non aver disposto una visita cardiologica. Non solo Vainella, ma anche Della Lucia, che si è espresso con una consulenza pneumologica.
Il caso è molto complicato, perché tra la visita effettuata dai medici indagati e il decesso è passato molto tempo e non è facile stabilire un collegamento. Ricapitolando, il dottor Vainella dopo la sua visita, fece vedere il paziente anche al collega pneumologo e venne fatta fare subito dopo, anche una consulenza internistica. Gli esami del sangue non rilevarono nulla di anomalo o preoccupante. Alla fine, si prescrisse la terapia antibiotica al paziente che doveva essere rivisto dopo una settimana. Secondo quanto ricostruito dalla difesa, gli antibiotici però non sarebbero stati presi con la tempestività necessaria. Il malessere non passava: da lì l'ictus e, a un anno dalla visita, la morte, che non può essere addebitata ai sanitari, secondo la difesa. Nell’udienza preliminare della fine di novembre, Della Lucia aveva chiesto di essere interrogato, cosa che è successa ieri. L’udienza è durata parecchio e si è conclusa con il rinvio a giudizio per entrambi i dottori, che torneranno in aula ai primi di dicembre. (g.s.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi