Drone blocca decollo dell'elisoccorso sopra Cortina
L'episodio vicino al rifugio "Vandelli" sulla catena dolomitica del Sorapis. Zaia: «La montagna non è un parco divertimenti all'aperto»

Un cielo di droni nella zona del Sorapis. Uno di questi ieri mattina ha ritardato il volo di Falco che avrebbe dovuto decollare con a bordo una persona infortunatasi alla caviglia, soccorsa nell’area del rifugio Vandelli, a Cortina. Quanto basta perché il Soccorso alpino chieda di applicare multe, e che il presidente Zaia domandi norme più stringenti.
L’elisoccorso era atterrato sulla piazzola del rifugio, su richiesta del gestore che poi ha accompagnato equipe medica e tecnico di elisoccorso vicino al lago del Sorapis: qui infatti attendeva una 51enne di Mantova che si era fatta male nell’escursione e che lamentava un sospetto trauma al piede. La donna è stata medicata e sorretta fino all’imbarco. Ma proprio nel momento in cui Falco avrebbe dovuto alzarsi, al momento di decollare, come già segnalato in altre missioni, sopra l’elicottero stazionava un drone il cui manovratore è rimasto sconosciuto.
Ieri nell’area del Vandelli c’era una folla di escursionisti e, c’era anche una folla di droni in cielo. Non riuscendo a individuare tra la folla il pilota di quello che stazionava in aria sull’elisoccorso, si è dovuto attendere che si allontanasse perché il mezzo potesse decollare per portare l’infortunata in ospedale.
L’intervento ieri ha riguardato una ferita con lievi conseguenze: ma in caso contrario sarebbero stati davvero problemi grossi. Senza contare che la situazione in generale rischia di mettere in pericolo la vita dei soccorsi e dei soccorritori: per quanto visibile, un drone in aria nel raggio di volo e delle operazioni di un elicottero può essere vitale, perché può esserci quella volta che non viene visto. Non a caso il Soccorso alpino chiede interventi drastici di chi ha competenza a intervenire: «Vanno multati» dice il presidente regionale Cnsas Rodolfo Selenati. «Ricordiamo quanto possa essere pericolosa la presenza dei droni per i mezzi in volo e che vigono normative ben precise sul loro utilizzo» dice il Cnsas di Belluno. È diventato ormai un «Fenomeno ingovernabile: invito chi di dovere a intervenire, la normativa c’è e basta applicarla» conclude.
Rabbia anche dal governatore veneto Luca Zaia che bolla l’accaduto come «estremamente grave e assolutamente inaccettabile. Condanno con forza l’irresponsabilità di chi ha manovrato il drone, mettendo a rischio la vita dell’escursionista ferita e intralciando il lavoro delle squadre di soccorso». Zaia, ha espresso tutta la sua preoccupazione per l’incidente, lodando al contempo il lavoro del Suem 118 e del Soccorso Alpino: «Voglio ringraziare il nostro elisoccorso e il personale del Soccorso Alpino per la loro prontezza e professionalità, nonostante le difficoltà create da questo gesto irresponsabile». Dopo aver ricordato i dati Usl dei 353 soccorsi da inizio giugno, dei quali “inaccettabile” che il 21% illesi, Zaia chiede inasprimenti delle norme sui droni: «Chiedo alle autorità competenti di valutare, se necessario, una revisione delle normative esistenti sull’utilizzo dei droni per scopi ludici, per evitare che simili episodi possano ripetersi».
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