Don Fabio: «Andrea ha chiesto al Signore: prendimi con te»

L’intera comunità ha partecipato ieri a Rasai al funerale del 36enne falciato da un’auto sabato sulla Fenadora-Anzù
gian paolo perona- perona- seren del grappa- funerali a Rasai
gian paolo perona- perona- seren del grappa- funerali a Rasai

SEREN DEL GRAPPA. Trovare le parole giuste per salutare un figlio, un fidanzato, un fratello gemello per l'ultima volta è davvero troppo difficile. Non ce l'ha fatta la famiglia, che durante i funerali di Andrea Prenot, svoltisi ieri pomeriggio nella chiesetta di Rasai, ha preferito chiudersi nel dolore e nel silenzio, affidando al celebrante l'oneroso compito di ringraziare tutta la comunità per la vicinanza dimostrata. Ma nemmeno don Fabio Cassol è riuscito a improvvisare il discorso del commiato attingendo parole dalle sue stesse emozioni. Ha preferito affidarsi al verbo certo, alla speranza ultima, al faro del Vangelo: «Così come Gesù ha detto alla vedova di fronte al figlio morto “Non piangere”, così come ha consolato i ladroni che erano stati crocifissi con lui, così io dico a voi di non affliggervi, che non significa non soffrire, perché sarebbe disumano, ma di non perdere mai la speranza, perché l'ultima Parola sta nella Pasqua, non nel venerdì santo».

In chiesa, sul sagrato, giù dalle scale fino alla strada c'è tutto il paese: tantissimi i giovani coetanei di quel sorriso strappato alla vita sabato notte all'età di 36 anni. «La morte non annienta la vita, la trasforma e la trasferisce nella casa del Padre, dove sono convinto si trovi ora Andrea a preparare un posto per tutti noi». L'omelia si spinge oltre ed entra nel merito di quel tragico incidente, ancora senza una spiegazione: «Sono convinto che anche Andrea, andando incontro alla sua morte, non abbia lanciato un grido di disperazione, ma che piuttosto abbia fatto una simile invocazione al Signore: “Prendimi con te, non ne posso più di questa vita”. E sono convinto che anche il Signore gli abbia risposto “Da oggi sei con me in paradiso”».

Le cause dell'incidente non sono ancora state chiarite: Andrea stava camminando lungo la Fenadora-Anzù, tornando verso casa al buio di sabato sera, quando sul suo tragitto ha incrociato una Ford Fiestra che lo ha falciato, uccidendolo praticamente sul colpo. Nessuno sa ancora perché il giovane serenese si trovasse lì, né cosa avesse intenzione di fare veramente. «Andrea vi sorriderà con quell'espressione immortalata nelle fotografie che lo ritraggono», continua don Fabio, «conservate la sua memoria con affetto, non dimenticate quell'immagine di gioia e perenne giovinezza». In chiesa sui primi banchi ci sono le casacche arancioni dei volontari Anteas “La Cometa”, collaboratori di papà Roberto, infaticabile volontario di comunità. A portare il feretro a spalla fuori dalla chiesa e poi su, fino al cimitero di paese, i compari di una vita. A una maniglia della bara è legata una sciarpa della Juve, una delle sue tante passioni. Preceduto dai labari degli alpini, Andrea è stato accompagnato in cimitero dall'affetto di una comunità stretta, che non lo dimenticherà facilmente.

Francesca Valente

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