Domani manifestazione dei portalettere
BELLUNO. Postini sul piede di guerra. Domani, infatti, alle 17 si svolgerà la manifestazione di protesta, davanti alla sede centrale degli uffici postali di Belluno in piazza Castello, organizzata dal rappresentante sindacale della Failp Cisal, Marcello Caravello. Una manifestazione per rispondere alla situazione sempre più critica che sta vivendo il servizio di recapito in provincia, dopo l’avvio del sistema di consegna a giorni alterni. Un sistema che ha evidenziato, fin da subito, le sue debolezze, tanto che in diverse località bellunesi i cittadini lamentano ritardi molto elevati nella consegna.
«Le zone più critiche», dice Caravello, «sono il Feltrino e l’Agordino. Qui i portalettere vengono spostati su zone che non conoscono e quindi si creano disagi e ritardi. E con i ritardi fioccano anche le sanzioni che Poste italiane spa ha messo in atto nei confronti dei lavoratori che non consegnano entro la giornata la corrispondenza assegnata. Inoltre», aggiunge il sindacalista, «sappiamo anche di alcuni postini che avrebbero dovuto pagarsi una sanzione stradale per aver superato i limiti previsti, mentre stavano consegnando la posta. Infatti sono costretti a mettere piede all’acceleratore per evitare di essere sanzionati per il mancato recapito. E queste multe sono a totale carico del lavoratore. Quindi oltre al danno anche la beffa», commenta Caravello.
La situazione si sta facendo esplosiva, ma l’esponente di Failp Cisal si dice rammaricato anche «per l’assenza da questa manifestazione degli altri sindacati di categoria. Quello di venerdì, però, è soltanto l’inizio di una protesta che potrebbe portare direttamente allo sciopero».
Caravello fa notare che entro il prossimo settembre partirà con questo sistema anche Vicenza, mentre dalla primavera del 2017 tutto il Veneto avrà il recapito a giorni alterni.
«Se il banco di prova bellunese è andato male, non si capisce perché la società si ostini a riproporre questo sistema che non funziona», prosegue il rappresentante sindacale che conclude evidenziando come «a preoccuparci ancora di più è la vendita di un ulteriore 35% di Cassa depositi e prestiti al mercato azionario. Se anche questa operazione andrà in porto, si perderà la socialità del servizio un tempo garantito da Poste. Non possiamo, infine, dimenticare che se questa azienda è andata avanti non è per il management eccellente, ma per il buon senso di lavoratori che hanno regalato ore di lavoro e non vogliono rimetterci la faccia su un servizio che non dà la qualità».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi