Dolomitibus, non si tocca la corsa Calalzo-Belluno

Comelico. Dopo le pressioni fatte dal sindaco di Santo Stefano la Provincia trova le risorse per mantenere la linea domenicale per gli studenti
Di Paola Dall’anese

COMELICO. La Provincia di Belluno ha deciso di mantenere la corsa della corriera della domenica delle 20.25 che da Calalzo porta a Belluno e che raccoglie gli studenti che dal Comelico scendono nel capoluogo montano per studiare.

L’annuncio della soppressione della corsa aveva suscitato non poche perplessità da parte del sindaco di Santo Stefano, Alessandra Buzzo che si era subito mobilitata con Palazzo Piloni per conservare la linea. A dire la verità la corsa sarebbe stata sostituita dal treno, anche se poi gli studenti da Calalzo avrebbero dovuto cambiare a Ponte nelle Alpi per poi arrivare a Belluno. La proposta di Dolomitibus andava nell’ottica, come fanno sapere dalla società, «dell’integrazione del trasporto su gomma e su rotaia e portava, inoltre, anche a dei risparmi», che di questi tempi non è da poco.

Ma la Provincia, guardando tra le pieghe del proprio bilancio, malgrado i tagli di risorse dallo Stato, è riuscita a trovare i fondi per mantenere il servizio. Anche se annuncia che tutte le corse di Dolomitibus saranno tenute sotto costante monitoraggio. «Siamo in un periodo di crisi e di ristrettezze economiche per cui non possiamo permetterci di far girare nessuna corsa con pochi passeggeri». Il monitoraggio delle corse continuerà per tutto l’anno scolastico, quindi fino a giugno, al termine del quale palazzo Piloni deciderà cosa fare. Domani, quindi, con la ripresa dell’anno scolastico partirà anche il nuovo orario dei pullman.

Il caso di San Vito. Intanto, in merito all’episodio capitato nei giorni scorsi a San Vito quando un ragazzo è stato fatto scendere, secondo il racconto del padre, “ingiustamente dall’autobus”, la società di trasporto precisa la sua posizione. «Smentiamo quanto accaduto: l’autista, secondo quanto ci ha riportato, non ha fatto scendere il ragazzo dal pullman, ma questi se n’è andato spontaneamente dopo che il nostro dipendente gli aveva contestato la bontà della banconota da 50 euro che aveva presentato per pagare il biglietto. Comunque stiamo svolgendo, un’indagine interna per appurare il corretto andamento dei fatti», replicano dalla Dolomitibus.

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