Dodici caduti ignoti in Russia individuati e recuperati

BELLUNO. Venerdì sono giunti in Italia con un volo aereo da Mosca a Venezia i resti mortali di 12 caduti ignoti italiani, individuati e recuperati nelle fosse comuni di Kirov in Russia. Prima di lasciare la Russia le spoglie sono state benedette durante una cerimonia nella cattedrale dell’Immacolata Concezione di Mosca da monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo della diocesi cattolica di Mosca, alla presenza del Generale di Brigata Alfonso Miro, addetto per la difesa dell’ambasciata d’Italia a Mosca.
Con questo “ritorno a baita”, che viene ad aggiungersi a quello di altri 100 nostri soldati già traslati a Cargnacco lo scorso aprile, si concludono in pratica le ricerche che per due anni hanno interessato le fosse comuni di Kirov, a circa 1000 km ad est di Mosca. Era infatti il 2016 allorché due ricercatori russi, Alexey Ivakin e Andrey Ogoljuk, avanzarono l’ipotesi che quelle fosse, appena scoperte, potessero contenere fra i 10.000 ed i 20.000 mila corpi di soldati, sepolti uno sopra l’altro, vicino alla ferrovia Transiberiana.
Qui sarebbero finiti anche molti prigionieri italiani di una delle battaglie più terribili che ricordino gli alpini: quella di Nowo Postojalowka, simbolo della nostra disfatta in Russia. Si ricorderà come all’annuncio della scoperta anche per tante famiglie bellunesi, che hanno un loro caro finito disperso in Russia, si riaccese la speranza di poter avere qualche notizia certa sul destino toccatogli.
Alla spedizione dell’Armir presero parte infatti circa 230.000 soldati italiani, dei quali 90.000 persero la vita, e tra di essi più di 1.200 i caduti della provincia di Belluno, molti dei quali in luoghi e circostanze rimaste fino ad oggi sconosciute.
Nei prossimi giorni saranno avviate le attività di analisi dei resti e di verifica dei verbali di esumazione nel tentativo di procedere al loro riconoscimento. Qualora ciò risultasse possibile, si cercherà di rintracciare e contattate le famiglie. Successivamente sarà organizzata la cerimonia di tumulazione definitiva dei caduti al Sacrario Militare di Cargnacco. —
Walter Musizza
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