Dimore Dolomiti: la villa si fa B&B

MEL. Palazzi storici, ville nobiliari, dimore rurali della Valbelluna si aprono ai turisti. Il tutto grazie a un progetto, chiamato “Dimore Dolomiti”, avviato dall’omonima associazione nata nel 2014 a Mel su iniziativa di un gruppo di operatori turistici. L’obiettivo è proporre una comune offerta turistica all’interno di edifici e case di valore storico e architettonico, che sono dei veri e propri gioielli del territorio e che spesso sono poco sfruttati.
Al momento fanno parte della rete Villa D’Or, nell’abitato di Marcador, Villa Francescon, l’eremo Poggio Pagnan nella piana di Castron, baita Pra di Campo a Pellegai. A breve entreranno anche Casa Tonon e il relais Poggio Pagnan.
L’offerta è varia: dalla casa vacanza al b&b. «Al momento sono tutte strutture site in comune di Mel», dice Nicola Limana, presidente dell’associazione, «ma il nostro obiettivo è aprirci a tutta la Valbelluna. Per questo primo step, vorremmo arrivare ad almeno una decina di strutture ricettive. Allo stato attuale la disponibilità è di circa 18 posti letto. Ma sappiamo che la Valbelluna è ricca di dimore, ville e palazzi che potrebbero entrare a far parte del nostro circuito. Vogliamo proporre un nuovo modello di accoglienza diffusa, fondato su strutture in cui vi è la cura del particolare».
Un circuito - promosso da Ait Dolomiti, l’agenzia di informazione di Confindustria Belluno - per cui è già stato realizzato anche un sito internet (www.dimoredolomiti.it) e che tra maggio e ottobre dello scorso anno, nelle strutture attualmente attive, ha richiamato parecchi turisti, soprattutto stranieri, ma anche italiani. «È ancora presto per fare un bilancio», spiegano Fiorella Francescon e Giampaolo Ciet, proprietari di due delle dimore in rete, «ma possiamo senz’altro dire che il progetto funziona. Fa prendere coscienza del grande patrimonio che abbiamo. Nella nostra provincia qualcosa si può fare, anche dal punto di vista turistico. E dando spazio ai giovani, visto che l’associazione è composta da questi ultimi, che si occupano della gestione del portale e anche delle stesse strutture attualmente attive». «Si tratta di un’importante iniziativa imprenditoriale che giova al turismo e al suo sviluppo anche in una parte della provincia diversa dalle famose Dolomiti», precisa Antonio Pellegrino, direttore del Consorzio Dolomiti. «Dall’altra parte il progetto incentiva cura e recupero di dimore di pregio del territorio. Intercettando turismo individuale e non solo. Chissà non nasca un circuito come quelle creato con le Ville venete». Intanto, chi volesse mettere a disposizione la propria dimora storica può farlo con le istruzioni sul sito dell’associazione.
Martina Reolon
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