Devota rassicura don Lise «Al sas ho ritrovato fede»

AGORDO. «Don Lise deve star tranquillo: da quando ho scoperto Piandisón vado più spesso in chiesa».
A dirlo, in replica alle critiche agli adulatori della madonna, mosse dall'arcidiacono nell'omelia di lunedì, è Claudia Tolpeit, una donna di Agordo. Assieme a un gruppo di devoti alla Madonna di Voltago ha organizzato per domenica una fiaccolata-rosario nel giorno della ricorrenza delle presunte apparizioni del 1937.
Evento che per la prima volta è stato pubblicizzato con dei manifesti. Far finta di niente? Rispondere per le rime, con la preghiera o con l'esperienza personale? Alla fine Tolpeit ha scelto quest'ultima.
«Io non voglio far polemiche», dice, «anche se a don Lise dico che può star tranquillo perché Piandisón ha rafforzato la mia fede. Sono da 30 anni ad Agordo ma solo da 5 ho scoperto Piandisón. Mi sono fatta portare su dall'amico Gabriele Riva: già a metà sentiero ho provato delle emozioni forti, ho pianto e ho iniziato a pregare in tedesco che per me, originaria della Badia, è più solenne. Su al “Sas de la Madòna” ho avvertito un senso di pace che ho poi riassaporato tutte le volte che ci sono tornata con una certa disposizione d'animo. È un posto che ha una grandezza incredibile e la storia delle veggenti che non hanno mai parlato, che sono state all'obbedienza, lo fa diventare ancora più grande».
Claudia Tolpeit sembra mettere da parte (come tra l'altro consigliato da don Lise) la questione apparizioni sì-apparizioni no. «Non vado lassù per le apparizioni o per le stigmate», dice, «anche se io so che lassù è successo qualcosa di grande. Ci vado perché mi dà serenità, pace, benessere e sono convinta che ciò emani da quel sasso. Lì ho trovato idee per il lavoro e altri spunti. E così come tendi a consigliare a un'altra persona il nome di una medicina che guarisce, così, in questi tempi in cui in molti arranchiamo, io ho consigliato ad altri Piandisón».
Ma non pare essere questa la preoccupazione di don Lise che non ha espresso contrarietà per le preghiere. Quello che teme l'arcidiacono e con lui la chiesa ufficiale è che da fenomeno di riflessione privata, l'adulazione per la Madonna di Voltago diventi fenomeno di massa, «ricerca spasmodica o tentativo di risuscitare cose straordinarie ed eclatanti che colpiscono emotivamente». «Lo ammetto», dice Claudia Tolpeit, «dopo aver scoperto Piandisón avevo provato a fare un evento, ma poi ho capito che lì c'era una legge che imponeva di non far chiasso. Come dice il nome, no? Pian-disón, diciamo piano. Se il posto crescerà sarà perché cresce nei cuori. Il gruppo di devoti potrà diventare più folto, ma questo non sarà fanatismo. Piandisón così è e così deve rimanere».
Per Tolpeit dunque non ci sarebbe il rischio di una deriva fanatica o che Voltago acquisti le dimensioni di Medjugorje.
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