De Vido si chiama subito fuori

SAN VITO. Gianpietro De Vido, attuale capogruppo di minoranza ed ex sindaco, non si presenterà alle elezioni amministrative.
«Non mi presento», dichiara De Vido, «perché il Comune non è come l'ho lasciato io; ora è come le strade di San Vito, che sono dissestate, abbandonate e piene di buchi. Sono stato avvicinato da più persone che mi chiedevano di ripresentarmi e che sarebbero state contente di fare una lista con me; ma questi cinque anni per me sono stati duri. Ho assistito in silenzio allo stravolgimento di tutta la programmazione che era stata fatta e al crescente disinteresse dei sanvitesi per la vita amministrativa».
In 5 anni la sua è stata però una minoranza ben poco attiva: come mai?
«Quando sono stato sindaco», risponde De Vido, «mi sono dovuto scontrare con una minoranza becera e mi sono imposto di non fare lo stesso. In consiglio sono quasi sempre stato presente e ho votato contro i punti che non condividevo, che non erano nel mio programma elettorale, senza dare spiegazioni; ma chi mi conosce sa che erano contro i miei principi. Questa Amministrazione lascia un asilo nido integrato che sarà una palla al piede economica per tutte le future generazioni; la Salgherina non è stata ristrutturata; via Antelao non è stata sistemata. Il progetto di collegamento sciistico con il Civetta è stato gestito malissimo, è stata messa la tassa di soggiorno che pesa sui turisti e che pochi Comuni del Bellunese hanno applicato. Il Pat non è mai stato discusso in consiglio o nelle commissioni consiliari, ma solo in fantomatici incontri; e si continua a parlare di paure speculative che in tempi di crisi, e con il mercato immobiliare fermo, sono un miraggio. Per la viabilità non è stato fatto niente e, se per lo sci alpino sono stati realizzati i parcheggi a Brosolas, per il nordico si è venduto il gatto battipista facendo morire la disciplina».
All'orizzonte non ci sono ancora nè liste e nè programmi elettorali: come mai?
«Il disinteresse è dovuto a vari fattori», risponde De Vido, «e credo che l'unica soluzione sia un Comune unico della Valboite, da San Vito a Cibiana. Sino a 10 anni fa ero favorevole ad unire i servizi e mantenere i vari Comuni, ma ora è tempo di unire tutto. Io mi auguro che chi si presenterà alle elezioni sappia a cosa va incontro, che pensi a formare un Comune unico, prima che venga imposto; e che chi verrà eletto non passi 5 anni a lamentarsi della situazione e dire che non vede l'ora che finisca il mandato. Fare il sindaco è una vocazione e un impegno: non ci si improvvisa pubblico amministratore». (a.s.)
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