De Lorenzo, dinastia del gelato in Olanda

TAI DI CADORE. Il gelato in Olanda parla la lingua del Cadore. Merito della famiglia De Lorenzo, che dal 1928 ha esportato la professione nella terra dei tulipani grazie all'intuito imprenditoriale di Guido, considerato a tutti gli effetti un pioniere del settore. Da nonno Guido a papà Carlo, ottant'anni di storia e tre generazioni rimaste però molto legate alla natìa terra cadorina; come racconta Massimo, trentaquattro anni, che oggi (insieme al papà) gestisce una gelateria ad Arnhem al confine con la Germania.
«Il gelato è un prodotto particolarmente apprezzato nel nord Europa, specie se italiano. Ci considerano i migliori e ciò dovrebbe servirci da monito visto che troppo spesso ci buttiamo giù senza motivo».
Da Tai ad Arnhem passando per Utrecht, dove la famiglia De Lorenzo ha visto crescere e consolidarsi la propria attività.
«Nel 2010 abbiamo chiuso la gelateria di Utrecht, aperta da mio nonno nel 1930, perché troppo grande», racconta Massimo, «e ci siamo trasferiti ad Arnhem, dove in pochi conoscono le nostre montagne, compresa Cortina. Gli olandesi conoscono le Dolomiti ma le loro vacanze si fermano in Austria: lì i servizi vengono considerati più consoni alle loro esigenze. La montagna cadorina è insomma un luogo che rischia di rimanere tagliato fuori. Per questo motivo serve coraggio, soprattutto al settore imprenditoriale. Urgono scelte moderne, al passo con i tempi; altrimenti gli altri, a partire dai vicini di casa, continueranno sistematicamente a sorpassarci. La Pusteria ha non una ma tre marce in più rispetto al Cadore; ma, bisogna ricordarlo, le montagne più belle del mondo le abbiamo noi. Basta però a cullarsi sugli allori».
Il paragone tra Italia e Olanda si allarga al sistema burocratico e anche fiscale.
«In Olanda le tasse sono molto alte, in compenso però c'è un sistema che funziona e che, soprattutto, è molto chiaro. Le tasse versate le ritrovi sotto forma di servizi, eccellenti e sempre a misura d'uomo.In Olanda i bravi imprenditori vengono elogiati, in Italia invece invidiati. E' un problema di mentalità per il quale oggi, devo essere onesto, farei molta fatica a vivere qui. Non vedo, in futuro, almeno al momento, un ritorno in Cadore; anche se il richiamo della terra natìa è fortissimo. Nel periodo in cui la gelateria è chiusa torno a casa. Ma il lavoro è un'altra cosa».
Eppure all'estero non è tutto rose e fiori per gli italiani.
«Verissimo. Anche se, lavorando in un ambito familiare, la mia visione è sicuramente parziale. All'estero di porte in faccia te ne sbattono tante, anche se l'esperienza ha comunque diversi lati positivi. Pensare però di emigrare e trovare subito lavoro è sbagliato. In Olanda gli stranieri non vengono assunti, a meno che non si tratti di un contesto professionale ben specifico».
Tornando a parlare di gelato e di Cadore, Massimo De Lorenzo annuncia che «presto lanceremo il gelato al gusto di pino mugo, in onore delle nostre montagne». Infine una curiosità : «Il locale che abbiamo oggi ad Arnhem si chiama Trio», racconta Massimo, «e l’abbiamo rilevato da una famiglia originaria di Polpet che, guarda caso, imparò a fare il gelato proprio da mio nonno».
Gianluca De Rosa
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