De Donato: «Anch’io raggirato da Turrin»

FELTRE
E’ stato il giorno di Bruno De Donato, una delle quattro persone finite alla sbarra per la maxi truffa alla banca Bovio Calderari di Feltre, che vede come maggior imputato l’ex capo-zona Stefano Turrin. Con De Donato e Turrin si trovano nei guai anche Antonella Boz, 48 anni, moglie del primo, e la giovane feltrina Oriana Giordano, 26 anni. L'istituto bancario è parte civile con l'avvocato Franco Tandura. La vicenda ruota tutto attorno al personaggio chiave dell'inchiesta, Turrin, accusato di truffa, in concorso con gli altri imputati, per aver causato un buco in banca a sei zeri, grazie all'istruzione di 42 pratiche di finanziamento fittizie a nome di alcuni clienti.
Secondo l'accusa, il sistema ideato da Turrin (difeso dall’avvocato Massimo Montino - studio Prade) era semplice. Approfittando del suo "status" di capo dell'area geografica, grazie al quale godeva di autonomia di manovra e senza particolari controlli dalla sede centrale della banca, Turrin avrebbe creato una vasta rete di clienti fittizi, a ciascuno dei quali elargiva finanziamenti da 50 mila euro. In realtà, i clienti esistevano solo sulla carta. I documenti stessi, che venivano allegati alle richieste fasulle di finanziamento, erano falsi. Carte d'identità in bianco su cui venivano scritti i dati di persone inesistenti oppure reali ma che non avevano mai richiesto finanziamenti alla banca.
Ieri De Donato s’è difeso sostenendo di essere stato a sua volta raggirato da Turrin, approfittando della sua fiducia. «Io - ha detto De Donato - non ho mai fatto operazioni illecite anche se su alcune distinte c’era la mia firma. Turrin, infatti, mi fece firmare una serie di distinte in bianco sulla fiducia. So di essere stato ingenuo ma confidavo in Turrin che, alle mie domande, mi tranquillizzava». Prossima udienza il 6 dicembre quando a parlare sarà Turrin.
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