De Bernardin scarica l’assessore del Comune di Belluno De Kunovich: «Non è più della Lega»

Il segretario provinciale: «Non ha rinnovato la militanza e non partecipa al partito». Lei aveva chiesto la tessera, ma le arrivò solo dopo il congresso

Alessia Forzin
L'assessore Lorenza De Kunovich
L'assessore Lorenza De Kunovich

«Lorenza De Kunovich non è più un assessore in quota Lega». Lo afferma il segretario provinciale del partito, Andrea De Bernardin. E il sindaco, assicura De Bernardin, ne è stato informato un mese fa dal capogruppo in consiglio comunale, Marzio Sovilla.

Il motivo? De Kunovich «non ha rinnovato la Militanza con la Lega, non partecipa in alcun modo alla vita del partito e da molti mesi non ha nemmeno cercato alcun contatto con la segreteria provinciale e tantomeno con il suo segretario», spiega De Bernardin. «Starà al sindaco, come è giusto che sia, fare le conseguenti valutazioni».

Più che mancato rinnovo della militanza, in verità, si potrebbe parlare di mancanza di militanza: all’assessore De Kunovich, come ad altri, la militanza chiesta ancora nel 2022 (quando aveva la tessera da sostenitore) non fu concessa. Era il periodo pre-congresso, e probabilmente De Kunovich non era ritenuta sufficientemente allineata alla corrente stefaniana del partito. La tessera le venne ratificata solo a congresso avvenuto.

Che ci sia qualche frizione nella Lega comunale, del resto, non è notizia di ieri e neanche di una settimana fa. La tensione si manifestò fin dal giorno successivo alla vittoria di Oscar De Pellegrin, a giugno 2022, quando il partito decise di proporre al sindaco per la giunta i nomi di Paolo Luciani e Marzio Sovilla (nessuno dei due eletto in consiglio comunale), scartando invece e completamente la compagine premiata dai cittadini: Francesco Pingitore era stato il più votato, appena dietro c’era Lorenza De Kunovich, la donna più votata di tutta la coalizione di centrodestra. Seguivano Roberto Ferro e Francesco La Grua. Complessivamente i quattro avevano portato 460 preferenze, contribuendo ad alzare in maniera sostanziale la percentuale dei voti di partito.

Alla fine si arrivò a una mediazione: in giunta entrarono Luciani e De Kunovich. Quest’ultima era stata eletta consigliere, ha dovuto dimettersi e al suo posto in consiglio sarebbe entrato Franco Gidoni, che rinunciò facendo scattare il posto per Sovilla, diventato capogruppo. Criticato, Sovilla, per alcune decisioni prese in solitaria, fino allo strappo di Ferro e La Grua, che si consumò su una mozione in materia di sanità su cui i due contestavano i contenuti contro la Regione e che paradossalmente inizialmente aveva raccolto invece l’avallo di Sovilla stesso.

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