Dalle Dolomiti all’inferno cinese. «Strade deserte la gente ha paura»

La storia.
«Strade desolate, famiglie chiuse in casa, poche persone che si aggirano come fantasmi, mascherine sul volto». È un panorama surreale quello offerto dalla megalopoli cinese Shanghai, dove il bellunese Michelangelo Nevyjel vive in pianta stabile da sei anni con la moglie e i figli di 8 e 10 anni. Qui gestisce la rinomata “Pasticceria Belluno”.
Ci racconta come la Cina stia vivendo l’incubo dell’epidemia da Coronavirus, partita dalla città di Wuhan, a oltre 600 chilometri da Shanghai. Le sue parole fanno capire la portata del problema sanitario che ha mietuto moltissime vittime nello Stato più popoloso del mondo.
Come vi giungono le notizie relative a questo virus?
«Le notizie al riguardo sono molto veloci e coerenti con quel che si dice all’estero, ovviamente tutti i comportamenti sono enormemente influenzati».

A Shanghai com’è la situazione?
«In questi giorni la maggior parte delle attività sono chiuse in numero maggiore rispetto al normale, visto che si sta celebrando il capodanno cinese. E pochissima è la gente che si vede in giro, almeno nelle zone che frequento solitamente».
C’è timore tra la gente? Quali precauzioni si mettono in atto per evitare eventuali contagi? Si vedono molti cinesi girare con le mascherine.
«Sempre nelle zone che frequento, chi esce lo fa per motivi essenziali, si muove ordinatamente e porta la mascherina, che non è di facile reperibilità. Tante attività sono chiuse, bisognerà vedere cosa succederà nei prossimi giorni in merito a questa epidemia. Molte persone, infatti, si sono spostate nei luoghi di origine per la festa e tra pochi giorni dovrebbero rientrare, sempre che chi di dovere non attivi le limitazioni negli spostamenti da una regione all’altra. In teoria le festività dovrebbero durare ancora una settimana, ma adesso sono altri i fattori che determineranno il ritorno alla normalità».
C’è una corsa a recuperare generi alimentari, in previsione di un possibile aggravamento dell’emergenza sanitaria?
«I negozi di alimentari tendono a esaurire la merce, non ci sono divieti sui cibi da mettere in tavola, ma si tende ugualmente a mangiare con attenzione. Chiaramente la preoccupazione c’è ed è costantemente condivisa con tutti i conoscenti. Si cerca di osservare tutte le precauzioni e di condividerle, un pensiero aggiuntivo va al momento in cui riapriranno le scuole».
C’è possibilità che venga spostata la data di riavvio delle lezioni?
«Le scuole potrebbero ritardare l’apertura e in certe zone del paese questo avviso è già stato diramato».
Si sono registrati casi di Coronavirus anche a Shanghai?
«Nella zona di Shanghai sono stati annunciati dei casi, bisogna vedere se aumenteranno ed eventualmente se saranno presi dei provvedimenti».
Lei ha anche dei bambini piccoli. Ci sono delle precauzioni che lei e sua moglie fate loro?
«Stiamo insistendo sulle norme igieniche da seguire. Poi ci comporteremo in base a quello che succederà».
Immagino la paura dei suoi familiari che sono a Belluno.
«Certo sono preoccupati, ma ci teniamo in contatto costantemente». –
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