Dalla diga a Erto, seimila in marcia sui Percorsi della memoria

Il sole ha baciato la tredicesima edizione della camminata. Per il futuro potrebbe essere allargata la partecipazione 

Edizione dei Percorsi della Memoria da archiviare con il segno positivo. Sotto vari aspetti, anche quest’anno tutto si è svolto al meglio per la camminata sui luoghi del Vajont, promossa dall’associazione dei superstiti “Vajont, il futuro della memoria” che anche stavolta ha richiamato 6000 persone da tutta Italia e mobilitato oltre 300 volontari di Longaronese e Val Cellina.



Prima di tutto il meteo che stavolta è stato ottimo, al contrario del diluvio dello scorso anno. Poi il record delle iscrizioni con quelle online (4500 posti disponibili) già bruciate ad agosto, mentre le restanti 1500 distribuite ed esaurite in poche ore lunedì scorso. Questo nonostante siamo arrivati ormai al tredicesimo anno, con la completa abolizione di ogni forma di classifica, comprese quelle giovanili esistenti fino alla scorsa edizione. Si è puntato tutto quindi sulla camminata con scopo puramente memoriale.

La scelta pare aver premiato, come anche quella di fare quote di iscrizioni con prezzi agevolati per bambini (per loro in omaggio anche un gadget) e persone con disabilità in carrozzina che, come sempre, possono percorrere in tutta sicurezza il tratto da 10 chilometri. La macchina organizzativa, con sinergia tra associazioni e enti pubblici, ha retto anche alle nuove norme più restrittive del decreto sicurezza.



Collaudati ormai i tre percorsi: quello da 10 chilometri dal centro di Longarone fino al ponte sotto la diga e ritorno (scelto da 1800 persone), quello da 17 chilometri con passaggio anche sul coronamento della diga (scelto da 3100), la frana e il borgo di Casso e quello da 25 chilometri che allungava fino ad Erto, per i più allenati (1100 persone, in aumento rispetto al passato).

«Siamo più che soddisfatti – dichiara il responsabile Renato Migotti – tutto si è svolto per il meglio grazie anche all’ottimo meteo. Ci sono stati solo alcuni piccoli incidenti sanitari risolti però prontamente grazie alla Valbelluna Emergenza e alla presenza di ben cinque ambulanze. Ringrazio in particolare alcune persone fondamenti nei settori chiave: il comandante della Polizia Locale longaronese Massimo Longo, i responsabili delle squadre Protezione Civile delle due vallate Federico Soccol e Bartolomeo Carrara e il presidente della Pro Loco Roberto Sant che ha gestito l’impegnativo momento dei pasti, oltre che il gruppo Alpini Longarone per i pasti dedicati ai volontari della sicurezza».

«Per il futuro – continua Migotti – è tutta la valutare la possibilità di aumentare il massimale dei partecipanti, tutto dipenderà dalle valutazioni dei rischi dopo un apposito confronto. Ci sarà il bisogno di un aiuto da parte degli enti pubblici e, in questo senso, si potrebbe coinvolgere la Protezione Civile non solo a livello locale ma anche provinciale o regionale. Infine, non dimentichiamo lo scopo solidale con il fondo di solidarietà che sarà creato con una parte della quota delle iscrizioni».

«Tutto benissimo quest’anno – aggiunge il sindaco e presidente della Fondazione Vajont Roberto Padrin – questo si conferma un evento di grandissimo impatto, carico di emozioni in tutta la gente che si incontra. Da citare la presenza delle nostre comunità amiche di Tavarnelle Val di Pesa vicino a Firenze, con cui si sta girando un docufilm che sarà presentato a dicembre sul legame che risale ai tempi dell’ospitalità in Toscana degli orfani del Vajont e anche i croati da Kutina. Tra i tanti ringraziamenti da menzionare la nostra squadra operai comunale che ha lavorato duramente per una settimana per l’allestimento della manifestazione». —


 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi