Dal Molin: «Bon tra i primi a suonare jazz»

FELTRE. A Paolo Bon, personalità di riferimento nella musicologia che tra gli anni '60 e '70 ha dato vita al movimento Nuova Coralità, era stata conferita la cittadinanza onoraria nel 2013. Il...

FELTRE. A Paolo Bon, personalità di riferimento nella musicologia che tra gli anni '60 e '70 ha dato vita al movimento Nuova Coralità, era stata conferita la cittadinanza onoraria nel 2013. Il compositore e musicologo, nativo di Volpago del Montello e feltrino di adozione e di affezione, era stato proposto fra i personaggi che si consegnano alla storia della città dal presidente di Famiglia Feltrina, Gianmario Dal Molin.

Purtroppo, la morte avvenuta a Firenze dove risiedeva con la moglie Ornella Baratti, lo ha colto prima del secondo importante riconoscimento. A Feltre, Paolo Bon è vissuto fino agli anni '80, facendo l'insegnante di musica e dedicandosi ad attività corali di grande rilievo come direttore in particolare dei cori Monte Coppolo e Nuovocorale Cesen.

Ed è lo stesso Gianmario Dal Molin, compagno di scuola al liceo, a tracciarne il temperamento e a raccontarne la carriera artistica. «Fin dalla giovinezza attingeva a una forza interiore che esprimeva con il ragionamento pacato e asciutto. E con la musica. Credo sia stato il primo feltrino che negli anni cinquanta suonava il sassofono e si interessava a quella che allora veniva ancora chiamata "musica sincopata", cioè il jazz».

Il suo impegno sociale e politico era emerso nel Feltrino soprattutto nella scuola, dove con la moglie Ornella combatté battaglie memorabili contro la vecchia visione autoritaristica e tradizionale ancora presente fra alcuni presidi. Ma il merito maggiore verso la sua città», evidenzia il presidente di Famiglia Feltrina, Paolo lo acquistò con una intensa e gratuita attività musicale, come direttore di cori e rielaboratore di brani musicali. «Fu il primo a reintrodurre a Feltre, dopo oltre un secolo, la musica polifonica adattata ad antichi canti tradizionali e dando poi il meglio di sé nella rielaborazione di canzoni laiche che esaltavano la libertà, l'indipendenza dei popoli e la democrazia contro ogni forma di dittatura». (l.m.)

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