Da Alleghe fino a Falcade il pienone è alle porte

ALLEGHE. «Arriva la neve e intanto attendiamo il pienone». Gli operatori turistici di Falcade e Alleghe hanno accolto con favore la nevicata di ieri. Non sarà stato un granché, ma indubbiamente serve per il paesaggio, per fare atmosfera, ma, soprattutto, a livello mediatico. L'augurio è che sulla scia bianca arrivino anche i colori sgargianti delle tute da sci.
La speranza c'è, dopo la mezza delusione delle settimane scorse. «Il trend», dice Fulvio Valt della Scuola Sci&Snowboard Equipe di Falcade, «è quello degli altri anni: è più importante il periodo dal 2 al 6 gennaio che quello dal 27 al 31. In questi giorni ci sono ancora delle disponibilità, ma andiamo comunque verso il tutto esaurito in vista di Capodanno».
Una situazione confermata pure da Christian Massarenti dell'Hotel Stella Alpina. «Quest'anno non è stato un granché come ponte di Natale», dice, «Le scuole hanno chiuso il 23, ci sono state le influenze e la situazione neve non è stata il massimo. Tutto questo incide un po'. Da oggi attendiamo gli arrivi per Capodanno e andremo verso il tutto esaurito».
Anche ai piedi del Civetta attendono che gli alberghi si riempiano. «L'andamento è quello solito che rispecchia la situazione nazionale», sottolinea Giuseppe Crupi, presidente degli operatori turistici di Alleghe-Caprile. «Natale si fa a casa e poi con Santo Stefano si parte. Qualche albergo è già pieno fino al 2, mentre altri stanno cercando di riempire. Il pienone ancora non c'è, anche perché la stagione non è partita come avrebbe dovuto».
Crupi fa riferimento in particolare al periodo pre-natalizio, nel quale, però, si possono notare delle differenze tra la ski area del Civetta e quella del San Pellegrino. «Ci ha indubbiamente penalizzato la mancanza di neve a metà dicembre», dice il presidente degli operatori alleghesi, «alcuni eventi promossi da Alleghe Funivie e dal consorzio turistico non hanno avuto i risultati sperati».
Meglio sembra essere andata sul San Pellegrino. «Adesso il 90% delle piste del comprensorio è aperto», spiega Fulvio Valt, «e a giorni lo sarà anche il 10% restante. È indubbiamente una situazione ottimale legata alla strategia messa in atto dalla Società Impianti che ha permesso l'apertura di alcune piste già con il ponte dell'Immacolata. L’innevamento programmato e capillare è riuscito a sopperire alle mancanze atmosferiche, imbiancando le piste desiderate. Non si può sempre appoggiarsi alla fortuna, serve anche una strategia che si basa sull'esperienza».
Ora però si deve guardare al futuro: Capodanno, l'Epifania, ma anche il resto della stagione. In questi giorni sono attesi soprattutto italiani (in particolare quelli disposti a spendere belle cifre per alberghi e ski pass senza battere ciglio), da gennaio, poi, arriveranno anche gli stranieri, specie quelli dell'est. «Dal 3 gennaio», dice Giuseppe Crupi, «partono le varie settimane bianche; attendiamo gruppi di croati e polacchi. Queste feste, comunque, non ci preoccupano. Dobbiamo puntare molto sul periodo dal 7 al 24-25 gennaio. Ci sono ancora dei buchi negli alberghi, che stanno cercando di riempire in tutte le maniere. Non è facile perché, inutile nasconderlo, ci manca ancora qualcosa per essere competitivi al 100%: dobbiamo crescere».
Se le vacanze dei singoli sono difficili da pronosticare, quelle dei gruppi, invece, permettono agli operatori di avere in mano qualche dato. «Ci sono dei segnali positivi», annuncia Fulvio Valt, «che vanno da gennaio fino a Pasqua, cioè fino al termine della stagione invernale. A gennaio avremo soprattutto gruppi dall'est, poi molta Italia».
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