Cure palliative in casa di riposo il progetto punta a crescere

. Sono stati 304 i decessi nel corso del 2008 fra gli ospiti delle case di riposo di Feltre, Sedico, Cesiomaggiore e Canal San Bovo. Per l’ottanta per cento gli anziani sono morti nella struttura dove vivevano, cioè “a casa loro”, accuditi dal personale assistenziale e accompagnati serenamente al trapasso, senza pena né dolori.
È questo il dato sul quale ha invitato a riflettere il medico curante Giampietro Luisetto, promotore e coordinatore del progetto “sviluppo delle cure palliative nelle Rsa e nei centri di servizio”, a conferma che l’utilizzo attento di farmaci per togliere il dolore di malattie neoplastiche ma anche non oncologiche e terminali, e un’assistenza qualificata riducono l’accesso in pronto soccorso e nei reparti ospedalieri.
Accessi che pregiudicano «la qualità della vita nel morire».
Un progetto partito sperimentalmente nelle case di riposo di Feltre e Canal San Bovo, dove sono entrati a fare formazione al personale gli esperti dell’équipe di cure palliative e i medici internisti dell’ospedale, sostenuto finanziariamente da Mano Amica e tecnicamente dall’Usl Dolomiti.
Ieri, nell’ambito di un evento formativo all’ospedale di Feltre organizzato da Advar di Treviso, oltre a fare il punto della sperimentazione in atto si è anche lanciato lo sguardo al futuro, nella previsione di estendere il progetto coinvolgendo tutti i centri di servizio del distretto 2 di Feltre.
Questo è possibile grazie alla sensibilità – riconosciuta dai promotori del progetto, Luisetto e Osvaldo Zanin per Mano Amica – dimostrata dalla dirigenza dell’Usl Dolomiti che anche ieri, tramite il direttore generale Adriano Rasi Caldogno, ha sostenuto la virtuosità dell’iniziativa.
«Da parte nostra», ha detto Rasi Caldogno, «c’è la piena volontà di considerare i servizi di cure palliative, ospedaliere e territoriali, come strategici».
Mano Amica dispone di lasciti e donazioni che saranno utilizzati per la formazione anche in altre case di riposo, a partire dalla Rsa di Cesiomaggiore.
È proprio nelle strutture più lontane dai servizi che la formazione e l’uniformità nell’utilizzo dei farmaci per gli ospiti che si avviano al termine della vita sono importanti.
Il medico Luisetto ha infatti evidenziato, su dati del 2018, che il 95 per cento dei decessi fra gli ospiti della casa di riposo di Canal San Bovo è avvenuto in struttura. Stessa cosa per Cesiomaggiore. Mentre di 38 decessi nel centro servizi di Feltre, per la metà non si è mai ricorsi a ricoveri nell’ultimo anno.
L’incontro formativo con accreditamento Ecm (educazione continua in medicina) è stato moderato da Roberta Perin, responsabile dell’unità di cure palliative di Feltre che ha curato la formazione iniziata qualche mese fa nelle case di riposo pilota.
Oltre al direttore generale Adriano Rasi Caldogno che non ha sottaciuto i problemi di reperimento di personale di comparto anche per l’unità di cure palliative, sono intervenuti Anna Aprile medico legale dell’università di Padova sulla nuova legge di fine vita, Valter Giantin clinico geriatra dell’università di Padova (Nutrizione artificiale nel fine vita) e Luciano Orsi vice presidente della Società italiana cure palliative con gli aspetti etici e clinici della sedazione palliativa. –
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