Croce verde, appello per non “morire”

VAL DI ZOLDO. La Croce verde chiama a raccolta. Sono necessari volontari per non vanificare il lavoro che svolge questa insostituibile associazione che non ha problemi finanziari dal momento che ci sono numerosi soci, (non solo della Val di Zoldo e che corrispondono una quota mensile) e che dispone di altri contributi. A disposizione ci sono due mezzi attrezzati a norma di legge. L’incontro con la popolazione l’altra sera nella sala polifunzionale di Fusine. «Pensavo», ha esordito il presidente Rolando Federa, «ad una numerosa presenza di cittadini per discutere sul futuro della Croce verde, nata nel 1992 ad opera di un gruppo di persone che intendevano dare un servizio eccellente alla popolazione, velocizzando i tempi di intervento partendo da Fusine, e salvando alle volte la vita alle persone. Purtroppo adesso siamo in pochi e se non verrà “rimpolpato” il numero dei volontari, la Croce verde sarà costretta a non coprire il servizio H24 ma solo per 12 ore (serali e notturne). I numeri “piangono”. Attualmente siamo in 21, gli effettivi però solo 14. Questo perché qualcuno non è sempre disponibile ed allora abbiamo il problema per far fronte alle chiamate di servizio specialmente nel periodo invernale, viste le richieste dalle Seggiovie. Basta pensare che nello scorso bimestre ci sono state 70 chiamate. Per sopperire alla mole del lavoro e su suggerimento del dottor Riccardo Mentasti, che presta servizio al posto medico delle Seggiovie di Pecol, abbiamo contattato, come Croce verde, un infermiere professionale che ci sta supportando nei vari interventi invernali. Questo è possibile grazie all’intervento dell’amministrazione comunale di Zoldo Alto».
Quindi un “accorato” appello del presidente Federa affinchè arrivino una diecina di volontari per aumentare la disponibilità nel servizio. A tal proposito il presidente ha fissato, per il 30 marzo alle 20.30 a Fusine, un incontro con quanti vogliono dare la propria disponibilità a far parte dell’associazione. Sarà proposto un corso di aggiornamento e, in un secondo momento, decideranno se far parte dell’organico.
Nella serata sono intervenuti anche i due ex sindaci Camillo De Pellegrin e Roberto Molin Pradel, il presidente dell’ambulanza di Forno, il referente delle Funivie di Pecol Bruno Piva, il dottor Mentasti, il vice presidente della Croce verde Gianni Cason. I due ex sindaci hanno evidenziato l’essenzialità della presenza di questa associazione che salva la vita a tante persone. La Croce verde come pure l’autombulanza di Forno sono degli aspetti fondamentali per la comunità della Val di Zoldo. «Ci dobbiamo far carico», la volontà dei due ex sindaci, «di sensibilizzare la popolazione affinchè aumenti il numero dei volontari». Sulla stessa lunghezza d’onda Bruno Piva che ha sempre collaborato con la Croce verde sia come imprenditore che come referente delle Seggiovie. «È bene sedersi ad un tavolo», la sua sollecitazione, «guardarsi negli occhi e farsi un esame di coscienza e far comprendere, specie ai giovani, che tutti possiamo avere bisogno di un intervento tempestivo della Croce verde. Bisogna quindi collaborare».
Di un certo rilievo l’intervento di Mentasti sulla necessità degli interventi della Croce verde: non essendoci una sorta di presidio medico in valle, la presenza attiva della Croce verde si rende indispensabile perché in caso di emergenze, bisogna attendere per l’arrivo dei soccorsi in ambulanza da Belluno o da Agordo. Il presidente dell’ambulanza di Forno ha dato “i numeri” dei numerosi interventi effettuati e della situazione critica di volontari. «Sono appena una quarantina», spiega Girolamo Gavaz, «dei quali 24 abilitati all’uso del defibrillatore. I problemi toccano anche noi». La chiosa al vice-presidente della Croce verde Gianni Cason che ha invitato tutti i presenti e la stampa a diffondere i temi discussi e a invitare i volontari a contattare gli uffici della Croce verde.
Mario Agostini
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi