Crescono i focolai di Covid tra il Cadore e il Comelico

A San Nicolò chiusi l’asilo e tre classi delle elementari, il sindaco è preoccupato. L’Usl accelera le vaccinazioni tra gli anziani e il personale dei servizi essenziali

BELUNO. Dopo il focolaio del Cadore scoppiato la settimana scorsa tra Pieve e Valle che interessa alcuni gruppi familiari, da qualche giorno si è aggiunto quello in Comelico, e precisamente nel comune di San Nicolò. «Si tratta di piccoli focolai, che meritano comunque attenzione in termini di incidenza», dice il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti.

I focolai

Che ci sia una ripresa della circolazione del virus lo si evince chiaramente anche dal grafico che ogni lunedì viene elaborato dall’Usl 1 Dolomiti sull’incidenza per mille abitanti dei casi di positività.

La settimana dal 22 al 28 febbraio, quindi, ha evidenziato un incremento di contagi tra Pieve di Cadore, Calalzo, Valle, San Vito, Borca, Domegge e Lozzo, con un picco, seppur con numeri assoluti ridotti ma significativi rispetto al totale della popolazione, nel comune di San Nicolò dove l’incidenza per mille abitanti (il comune ne conta 400 di residenti) è pari a 17.

Sabato, infatti, il sindaco Giancarlo Ianese aveva avvisato della chiusura dell’asilo per la presenza di un bambino positivo, mentre si attendeva l’esito dei tamponi dei ragazzi di una terza elementare. «Dai tamponi di sabato», conferma il sindaco molto preoccupato, «è emersa un’altra positività tra gli studenti. E così da lunedì abbiamo chiuso la pluriclasse composta da terza, quarta e quinta elementare, lasciando aperto solo la prima e la seconda. Io speravo tanto che questo non succedesse, invece registriamo una leggera ripresa di contagi. Si consideri che all’asilo ci sono 22 bambini , molti dei quali vengono da altri comuni, e una trentina alle elementari».

A martedì nel comune si registrano quasi una decina di positivi e una quindicina in quarantena, che sono perlopiù i bambini di asilo ed elementari. «Non c’è ancora allarme, ma invito la popolazione a tenere alta l’attenzione», dice Ianese.

Dalla Prevenzione inoltre fanno notare, che «pur con una certa variabilità giornaliera della casistica, il totale di nuove positività rimane sotto i 50 casi al giorno consentendo la necessaria tempestività diagnostica e di presa in carico.

Accelerazione sulla profilassi

Di fronte a quella che potrebbe essere la terza ondata di contagi, dalla Regione arriva l’input ad accelerare le vaccinazioni. Per questo l’Usl ha modificato ancora il programma della profilassi che prevede la chiamata dei nati nel 1940 dal 14 al 16 marzo; dei nati nel 1939 dal 26 marzo al 1° aprile; dei nati nel 1938 dal 6 al 10 aprile.

In parallelo è stato messo a punto il completamento dell’offerta di immunizzazione al personale della scuola dal 16 al 25 marzo, delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e polizia penitenziaria in 12 date tra il 3 e il 29 marzo.

Dal 2 al 9 marzo le unità operative ospedaliere specialistiche chiameranno alla vaccinazione le persone ad alto grado di vulnerabilità (soggetti oncologici con terapia immunosoppressiva in corso, soggetti trapiantati di organo o con programmazione di trapianto).

Intanto, proseguono le attività di screening: dall’inizio della pandemia a ieri mattina nell’Usl sono stati eseguiti 207 mila tamponi molecolari e 151 mila tamponi antigenici. —

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