Cresce la coltivazione della vite raggiunta quota cento ettari
Fonzaso, l’istituto agrario e i sommelier sanciscono la rinascita della vocazione vinicola del territorio Al concorso enologico della Festa dell’uva introdotta la categoria spumanti: «C’è interesse»

FONZASO. Se il territorio fonzasino una volta era il fornitore di vino del Doge, adesso la vocazione alla viticoltura locale sta rinascendo dopo essersi quasi persa.
A dirlo sono l’istituto agrario che la spinge, l’Associazione italiana sommelier che stimola i produttori a investire nella qualità ecologica, il consorzio di viticoltori Coste del Feltrino che vede crescere il numero dei produttori e il Comune e la Pro loco di Fonzaso, che ospitano in questi giorni la dodicesima edizione della Festa dell’uva.
Dalla vigna al consumatore, mentre l’uva dà spettacolo (tra degustazioni, stand enogastronomici, spazi culturali e artistici, il consueto Palio delle botti e la sfilata dei carri allegorici), torna la passione per la viticoltura e la vinificazione.
«Sta riprendendo piede per volontà di qualche giovane e noi come amministrazione ci crediamo», dice il sindaco di Fonzaso, Giorgio Slongo. «È una coltivazione di nicchia e di grande qualità».
Da un paio di aziende presenti nel territorio dodici anni fa, l’elenco dei produttori è salito a dieci con la loro etichetta, che producono quindi il vino per poterlo commerciare e fare del loro vino una reale espressione economica del territorio.
«Negli anni Quaranta gli ettari di coltivazione erano 10 mila, nel 2010 erano 40 e adesso si sta risalendo la china, perché gli ettari registrati sono un centinaio», dice Flavio De Bin dell’istituto Agrario. Che aggiunge: «In dieci anni, da una qualità non certo alta, i vini portati al concorso enologico sono arrivati ad un livello di tutto rispetto».
Un altro passaggio in chiave di evoluzione è dato dall’istituzione all’interno del concorso enologico di una nuova categoria, che è quella degli spumanti prodotti con il metodo classico.
«Anche questa realtà sta dando dei risultati che meritano di essere valorizzati in una categoria a parte, mentre fino all’anno scorso si premiava la categoria spumanti in generale», sottolinea Paolo Cavasin dell’Associazione italiana sommelier. «Questa ulteriore specializzazione evidentemente indica un interesse sia da parte dei produttori che del pubblico e i nomi delle aziende stanno cominciando a circolare. I risultati ci sono».
A livello associativo, il consorzio Coste del Feltrino è nato nel 2015 sulla base di otto aziende, che a due anni di distanza sono diventate undici ed è raddoppiata la quantità di ettari lavorata, salendo a 20.
«La previsione nei prossimi tre-quattro anni è di arrivare a 40», spiega il presidente Enzo Guarnieri. «In questa stagione la produzione delle aziende associate al consorzio è stata di buon livello nonostante le peculiarità dell’annata meteorologica».
Raffaele Scottini
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