Crepaz: «Tragedia inspiegabile»

Uno dei titolari del Garage di Arabba racconta la morte di Mauro Crepaz. Carrozzeria dissequestrata

ARABBA. A distanza di quasi una settimana dalla tragedia, cominciano a farsi più nitidi i ricordi di quei drammatici momenti negli occhi di Sisto, uno dei due titolari dell’Autofficina Crepaz. Al momento dello scoppio della bombola che ha ucciso Mauro Crepaz, Sisto Crepaz si trovava nel reparto officina, che è separato dalla carrozzeria da una porta scorrevole. «Ero proprio insieme ai carabinieri di Arabba» racconta «con i quali stavamo concludendo una pratica. Sono stati loro ad avvertire immediatamente i soccorsi, soccorsi che colgo l’occasione di ringraziare per quanto hanno fatto quel giorno». Facile immaginare lo spavento di quanti erano all’interno dello stabile; tra questi anche due clienti dell’officina. Sulla dinamica dell’incidente stanno ancora indagando le autorità competenti: la procura ha aperto una inchiesta, ha “avvisato” i possibili coinvolti della vicenda, la stessa ditta, ma indagati formali non ce ne sono, a tutt’oggi. La Carrozzeria è stata dissequestrata giusto ieri dal procuratore Francesco Saverio Pavone che ha tenuto sotto sigilli invece la bombola esplosa, che s’è aperta in due: su questa sarà effettuata una perizia ancora da affidare, considerato che c’è da capire se ci sia stato un guasto tecnico e perchè sia scoppiata.

In questi giorni gli ispettori dello Spisal sono saliti più volte ad Arabba per verificare che nell’officina fossero state rispettate tutte le norme di sicurezza. Per Mauro lunedì scorso era il primo giorno di ferie e lo aveva trascorso a casa a fare legna. Nel tardo pomeriggio aveva preso con sè, come faceva spesso, due dei suoi tre figli ed era andato all’officina. Doveva fare un piccolo lavoretto a casa e gli serviva proprio quella bombola per saldare. Ma nel momento in cui ha cominciato ad armeggiare con il contenitore in ferro, questo è esploso, aprendosi in due.

Le cause? Un difetto, la troppa pressione? Spetterà ai tecnici stabilirlo. Sta di fatto che lo spostamento d’aria provocato dalla deflagrazione dell’argon, contenuto nella bombola, ha letteralmente fatto volare all’indietro il giovane che è finito contro una parete dove ha battuto violentemente la testa.

«Aveva solo un braccio rotto» ricorda Sisto. «Purtroppo gli è stato fatale quel colpo alla testa». Una disgrazia che poteva avere conseguenze ancora peggiori. Al momento della deflagrazione, Mauro era solo nel locale, davanti alla bombola. «Per fortuna» continua «i due figli non hanno assistito alla scena perché erano in una stanza vicina. Si sono solo spaventati per il grande botto. Siamo subito corsi fuori e dopo esserci accertati che non si erano fatti niente, li abbiamo portati immediatamente in casa, che è sopra l’officina, dove hanno trascorso alcune ore guardando la televisione».

L’attività della carrozzeria (il reparto officina non era stato sottoposto a sequestro) ora potrà riprendere, ma di certo, senza Mauro, non sarà più la stessa cosa.

Lorenzo Soratroi

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