Legge sulla cittadinanza italiana, dal Consiglio generale degli italiani all’estero in arrivo delle modifiche
Si chiedono tutele per il legame con il Paese d’origine. Oscar De Bona, presidente Uniae: «Ora il Parlamento raccolga questo appello»

Sulla cittadinanza italiana il Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) propone delle modifiche. Il Cgie si è espresso con una maggioranza schiacciante (49 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti) a favore della modifica della legge 74/2025 sulla cittadinanza, introdotta con il Decreto-legge 36/2025.
L’assemblea plenaria, che si è riunita dal 16 al 20 giugno, ha evidenziato le criticità della normativa attuale e formulato sei proposte concrete di modifica, per tutelare il legame degli italiani all’estero con il Paese d’origine.
Le proposte del Cgie Il documento approvato chiede la rimozione dei limiti alla trasmissione della cittadinanza per chi già la possiede e per chi ha doppia cittadinanza; la cancellazione dei termini per il riacquisto della cittadinanza da parte di chi l’ha perduta prima della legge attuale; il riconoscimento del diritto alla cittadinanza per gli italo-discendenti con legami culturali e linguistici con l’Italia; la garanzia del diritto di presentare richiesta per coloro già inseriti nelle liste consolari entro il 27 marzo 2025; l’accesso ai dati sulle entrate consolari legate al riconoscimento della cittadinanza.
Presente all’assemblea anche Oscar De Bona, presidente dell’Unaie (Unione nazionale associazioni immigrati ed emigrati) e consigliere del Cgie, che ha espresso soddisfazione per l’attenzione istituzionale ricevuta: «Il Cgie ha dimostrato di essere una voce unita e responsabile. Le proposte approvate sono in linea con quanto elaborato e proposto da Unaie, e sono state prese in esame anche dalla Prima Commissione del Senato. Un ringraziamento particolare va al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel suo intervento al Quirinale ha riconosciuto l’importanza del legame tra l’Italia e le sue comunità all’estero. Le sue parole hanno dato legittimità alle nostre richieste e aperto un importante spazio di dialogo».
De Bona aveva già avviato una riflessione sull’impatto del decreto emergenza cittadinanza, sottolineando la necessità di un intervento correttivo.
Il voto del Cgie rappresenta, per De Bona una prima risposta concreta. «Dobbiamo rendere la cittadinanza uno strumento di inclusione e appartenenza, non un ostacolo burocratico. Il Presidente Mattarella, ancora una volta, ha dato ascolto a chi rappresenta milioni di italiani nel mondo. Ora il Parlamento raccolga questo appello», conclude il presidente di Unaie.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi