Corsini, 81 anni interamente dedicati all’arte

Tra i fondatori della Tavolozza Cadorina, ancora oggi lavora a pieno ritmo nel suo studio

CALALZO. Nel pennello di Nazareno Corsini, pittore di Calalzo, c'è tutta la mitezza del suo carattere. E forse è per questo che nelle sue tele si trovano più le dolci colline della pianura veneta che non le guglie dolomitiche che circondano il suo studio. Un artista a tutto tondo, che non ha disdegnato di cimentarsi anche con la sfida dello stilista, disegnando una fortunata linea di occhiali per la Demenego. Corsini è nato a Calalzo nel 1935, a settembre ha dunque felicemente festeggiato gli 81 anni. «Mio padre Guglielmo», ricorda, «era di Mantova, maresciallo dei carabinieri. Ho frequentato l'Istituto d'arte che mi ha consentito poi di insegnare nelle scuole medie educazione artistica, dal 1961 al 1984; dopo mi sono dedicato completamente alla pittura». E di maestro d'arte si deve parlare, perché Nazareno Corsini è stato tra i fondatori anche della Tavolozza Cadorina, nel 1957, insieme agli amici Vico Calabrò, Gino Fossali e Giuseppe Marinello: una vera scuola di artisti che ha dato frutti importanti.

«La mia ispirazione? La scuola veneta e quella friulana. Giuseppe Zigaina, Giorgio Celiberti, Gigi Candiani, Giampaolo Domestici, Lino Dinetto, Riccardo Galuppo: per me questi sono stati i maestri».

Erano i tempi in cui gli studi erano una bottega, dove ci si confrontava e si dialogava, dove la creatività veniva messa al confronto con l'esperienza.

«Oggi i giovani sembrano troppo distratti, meno attratti dalla riflessione. Ho sempre partecipato a molte ex-tempore, a Cortina, Vittorio, Conegliano, Belluno, Feltre, Vicenza. Amo il confronto».

Nazareno Corsini, che ha al suo attivo molte mostre personali, fa parte della generazione dei Celso Valmassoi, Fulvio Della Libera, Aldo De Vidal, Pio Solero, Romana d'Ambros, Ada Genova, Olga Riva Piller.

Il sodalizio con Vico Calabrò si fonda negli anni giovanili, ed è stato sancito da una bella mostra che la scorsa estate ad Auronzo ha messo insieme grafica e pittura. Ai due maestri si deve anche la Via Crucis della Parrocchiale di Dosoledo, 14 stazioni, cm 80x110, olio su tela, realizzata nel 1965 ed inaugurata e benedetta dall'allora vescovo Maffeo Ducoli.

«Insegnavo a Candide», ricorda Corsini, «ed ero amico del parroco. Da qui venne l'idea; lavorare con Vico è sempre stato, ed è, un piacere».

Nazareno Corsini trascorre le giornate nel suo studio di via Nazionale, immerso fra quadri e libri, l'altra sua grande passione, ascoltando musica e dipingendo. «Quando ho estro. Non ho mai avuto un agente, un mercante d'arte», soggiunge. Riceve visite, quasi quotidiana quella del suo amico Beppino De Menego, titolare della Demenego. «E' lui», prosegue, «che mi ha invitato tanti anni fa a disegnare montature di occhiali, ed è stata anche questa una bella esperienza creativa». Nella sua pittura tanti soggetti, dai paesaggi all'arte sacra, dalla natura morta al fascino di Venezia, della sua arte, delle sue maschere. Ed i giovani? «Ce ne sono per fortuna di nuove leve, penso ad esempio Carlo De Lorenzo, Ernesto Da Pra in arte Tapa, Mattia De Bona. Anche l'arte in Cadore costantemente si rigenera».

Stefano Vietina

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