Coro Fodom incantato da Ovodda

Una trasferta sarda indimenticabile per il gruppo di Livinallongo

LIVINALLONGO. I coristi del Coro Fodom sono ritornati dalla trasferta a Ovodda incantati dalla magia della terra e dal calore e l’accoglienza della gente sarda. Per il gruppo diretto dal maestro Lorenzo Vallazza quella in Sardegna è stata una tre giorni intensa tra canti, cultura, storia e momenti di intensa amicizia sbocciata con i componenti del Coro Zente Sarda che lo ha ospitato. Il primo appuntamento ufficiale, col concerto nella chiesa di S. Giorgio Martire, durante il quale il Coro Fodom ha presentato una selezione del suo repertorio di canti di montagna, sia in ladino che in italiano. Molto apprezzata dal pubblico la cornice offerta dalle ragazze in costume ladino. In occasione di questo incontro, gli amici di Ovodda han fatto le cose in grande per far conoscere ed apprezzare agli ospiti fodomi tutte le particolarità di questa terra ricca di storia e tradizioni. A cominciare già dalla prima serata, quando hanno invitato ad esibirsi un suonatore di Launeddas, il tipico strumento a fiato fatto di canne, usato anche da Fabrizio De André e Angelo Branduardi in alcune loro famose canzoni. Al termine del concerto i due cori hanno cantato insieme il brano di Bepi de Marzi “Maria Lassù” in onore del mese mariano che si concludeva proprio quel giorno. È seguita poi la cena di benevnuto durante la quale il Coro Fodom ha potuto assaggiare le pietanze tipiche. Il giorno successivo è stato dedicato alla visita ad una fabbrica di tappi di sughero, il cui albero dal quale si estrae la corteggia ricopre per intero la zona intorno ad Ovodda. Al pomeriggio i coro si sono trasferiti ad Atzara, conosciuta anche come la città del vino, dove, dopo una visita ad alcune cantine che produzono il tipico Canonau, hanno eseguito alcune esibizioni nelle piazze e tra le vie del paese. L’ultimo giorno in Sardegna è stato dedicato alla cultura con la visita ai famosi Nuraghe ed alle Domus de Janas, le tipiche escavazioni nei massicci granitici risalenti al Neolitico, del quale si ignora ancora adesso la vera destinazione. Il pomeriggio è stato allietato dai balli del Gruppo Folk Oleri, che ha voluto presentare al Coro Fodom alcune danze tipiche sarde ed i bellissimi e variopinti costumi di Ovodda.

Lorenzo Soratroi

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi