Contributi europei sui prati da sfalciare che non erano suoi

Un’imprenditrice agricola di Santa Giustina aveva ottenuto 37 mila euro da Avepa per dei terreni sui quali non aveva competenze

SANTA GIUSTINA. Contributi europei su terreni degli altri. In tutto, 37 mila euro per il loro sfalcio. L’imprenditrice agricola santagiustinese Loreta Minella è stata condannata a quattro mesi di reclusione più il pagamento delle spese processuali dal giudice Feletto, con pena sospesa e la non menzione. Motivazioni in 60 giorni, nel frattempo il pm Rossi aveva chiesto 10 mesi per i reati di falso commesso da privato e falso in documento informatico, mentre per il difensore Fent l’imputata andava assolta. Probabile che faccia appello.

Questa, come altre inchieste aperte sui fondi comunitari, era partita nel 2015, quando una coppia aveva scoperto per caso che all’Agenzia delle Entrate esisteva un contratto verbale di affittanza agricola tra loro e l’imputata, su un terreno che invece i coniugi coltivavano direttamente e non delegavano a nessuno. A quel punto è scattata la denuncia e l’indagine che ha portato la Guardia di Finanza di Feltre a sentire 83 persone, per capire su quali terreni l’imprenditrice avesse titolo per chiedere i contributi per lo sfalcio.

Le parti offese nel processo sono 30, quindi in parecchi casi il contratto è stato confermato. Ma non da tutti. I fatti contestati dalla Procura della Repubblica vanno dal 2007 al 2014, tutti nel Feltrino. Fino al 2011, i contratti sono stati registrati personalmente all’Agenzia delle entrate, poi sono stati inviati per via telematica attraverso il Centro di assistenza agricolo della Cia al portale dell’Avepa. Tra i terreni contestati c’è anche uno proprietà comunale, dichiarato come coltivazione di mais, mentre in realtà è la sede di un magazzino.

Secondo l’accusa, la somma non dovuta percepita dall’imputata attraverso l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, sarebbe di circa 37 mila euro. —

G.S.

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