Contatti con politici per un centro Pma

Pieve. Nelle intercettazioni dell’ex primario Carlo Cetera, le richieste di avviare una struttura di procreazione assistita
Il primario di ginecologia dell'ospedale civile di Pieve di Cadore, Carlo Cetera, in una immagine di repertorio...ANSA/Stefano CAMPOLO - Il dottor Carlo Cetera e' primario del centro di procreazione assistita di Pieve di Cadore Ha lavorato negli ospedali di Cles e Cavalese
Il primario di ginecologia dell'ospedale civile di Pieve di Cadore, Carlo Cetera, in una immagine di repertorio...ANSA/Stefano CAMPOLO - Il dottor Carlo Cetera e' primario del centro di procreazione assistita di Pieve di Cadore Ha lavorato negli ospedali di Cles e Cavalese

PIEVE DI CADORE. Continua il processo a carico dell’ex primario di ginecologia di Pieve di Cadore, Carlo Cetera. Ieri in tribunale sono stati sentiti gli agenti della Guardia di finanza che hanno svolto le indagini. Indagini da cui è emerso che il medico si era mosso, nel 2011, per chiedere ad alcuni esponenti politici veneti, tra cui l’allora vice presidente del consiglio Matteo Toscani, di favorire l’avvio di un centro di Pma (Procreazione medicalmente assistita) anche all’ospedale di Piove di Sacco dove aveva vinto il concorso.

Il fatto sarebbe emerso dalle intercettazioni sulla linea telefonica del professionista, tanto che, da quanto hanno riferito le Fiamme gialle, Cetera avrebbe incontrato alla stazione ferroviaria di Longarone alcuni esponenti politici per parlare proprio di questo progetto.

Il maresciallo Giacomo De Rosa ha inoltre ripercorso le varie tappe che hanno portato all’indagine, dalla denuncia di una dipendente dell’Usl 1, alle intercettazioni e ai pedinamenti, fino ai sequestri.

I numeri dell’inchiesta sono notevoli: 50 persone sentite, perquisizioni nell’abitazione padovana del primario e della suocera, nel suo ufficio nel centro di procreazione assistita e nel suo studio a Pieve di Cadore. Qui, in un cassetto della scrivania chiuso a chiave (chiave che non è mai stata trovata tanto che la Finanza ha dovuto forzare il cassetto con un martello) sono stati trovati documenti personali, biglietti attestanti debiti con varie persone e una convenzione che prevedeva una collaborazione con la Sismer per un’azione di formazione di personale del Pma. Ma Cetera non avrebbe potuto fare questa attività in quanto aveva l’esclusività con l’Usl.

Le indagini avrebbero messo in luce i versamenti effettuati da Luca Gianaroli, responsabile della Sismer, sul conto del primario, per oltre 70 mila euro, nominalmente per alcune pubblicazioni scientifiche e corsi di training (corsi e pubblicazioni che le indagini non hanno confermato). Nel frattempo, però, cresceva l’importo messo a bilancio dall’Usl 1 per sostenere la convenzione con la Sismer, tanto che poi sarebbe stata evidenziata una discrepanza tra le prestazioni concordate con quelle fatturate, costringendo l’Usl a pagare somme in più, come ha evidenziato il maresciallo capo Maurizio Livieri. Dalle indagini poi è emerso che il primario del centro di procreazione cadorino sarebbe stato solito chiedere soldi alle sue pazienti proprio per anticipare la lista di attesa, soldi che si faceva consegnare nei bar delle stazioni ferroviarie o in altri luoghi. Ieri in tribunale le Fiamme gialle erano pronte anche a presentare un video della consegna di 2000 euro effettuata da una paziente alla stazione di San Donà di Piave, ma il collegio giudicante ha preferito farne a meno. Si torna in aula il 16 dicembre con altri testi.

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