Con la “Medicina di rete” il paziente ha più opportunità

BELLUNO. Sono 11 le “Medicine di rete” nel territorio dell’Usl 1. La delibera del direttore generale adottata il 15 maggio ha preso atto dell’avvenuta costituzione, da parte dei medici di assistenza...

BELLUNO. Sono 11 le “Medicine di rete” nel territorio dell’Usl 1. La delibera del direttore generale adottata il 15 maggio ha preso atto dell’avvenuta costituzione, da parte dei medici di assistenza primaria (vale a dire i medici di famiglia), della nuova forma associativa che costituisce la prima tappa del percorso di riorganizzazione e sviluppo voluto dalla Regione Veneto. Un percorso recepito dalla stessa Usl 1 a fine 2013 e con cui è stato approvato il Piano aziendale di potenziamento dell’assistenza primaria.

Le “Medicine di rete” assicurano il coordinamento delle fasce orarie di attività dei rispettivi ambulatori, garantendo una disponibilità di accesso dell’utenza per almeno sette ore al giorno, l’apertura di uno degli studi nel pomeriggio fino alle 19, la possibilità per l’assistito di rivolgersi agli altri medici, diversi da quello scelto, appartenenti alla rete.

«I diversi ambulatori sono collegati tra loro attraverso sistemi informatici», spiegano Carlo Stecchini, direttore servizi sociali Usl 1, e Gianluca Romano, dirigente del Servizio convenzioni e prestazioni, «in modo da consentire l’accesso alle informazioni dei pazienti da parte dei medici appartenenti alla stessa rete».

Ecco le denominazioni delle 11 “Medicine di rete”: “Medici insieme”, “Schiara”, “Calibe”, “Belluno Dolomiti”, “Ponte nelle Alpi”, “Alpago”, “Basso Agordino”, “Val Biois”, “Alto Agordino-Fodom”, “Centro Cadore”, “Pangea”, “Cortina Val Boite” (esistente dal 2010).

«Il contratto mette i “puntini” sulle performance chieste ai medici», aggiunge Stecchini, «nel senso che richiediamo loro qualcosa in più, attività aggiuntive rispetto a quello che si domanda a un medico di medicina generale. Per esempio, ci sono programmi specifici per i bambini che hanno difficoltà».

Le “Medicine di rete” sono la prima tappa di un percorso che condurrà, entro il 2015, secondo quanto stabilito dalla Regione Veneto, alla presenza delle “Medicine di gruppo integrate”, ossia organizzazioni fondate su team multi professionali e multi disciplinari, in cui oltre ai medici di famiglia potranno operare specialisti ambulatoriali, medici di continuità assistenziale, infermieri, operatori socio sanitari, assistenti sociali, dando risposte nell’intero arco delle 24 ore.

«La logica di base è che nessuno deve restare da solo», evidenzia Faronato, «e si vuole arrivare a formare spazi fisici unici, senza però andare a togliere gli ambulatori esistenti, che comunque restano attivi, garantendo la prossimità a tutte le diverse zone dei comuni».(m.r.)

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