Con “Family Audit” la conciliazione tra vita e lavoro diventa una virtù

BELLUNO
Si chiama Family Audit ed è un progetto promosso dal Consorzio Bim Piave per promuovere nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche un nuovo concetto di conciliazione tra lavoro e vita privata dei dipendenti.
Ieri sono stati consegnati gli attestati, a conclusione della prima fase del progetto. Tre le amministrazioni pubbliche certificate Family Audit: la Provincia, il Comune di Feltre e l’Azienda feltrina per i servizi alla persona. Ci sono poi cinque aziende: Bauunternehmung, Cooperativa di Cortina, Manifattura Valcismon, Meccanostampi e Società Nuova cooperativa sociale, presenti con dirigenti e responsabili del progetto.
Anche in questo settore il Covid ci ha messo lo zampino, perché il mondo delle aziende e quello della pubblica amministrazione hanno dovuto ripensare il modello di lavoro. Con la chiusura delle scuole, degli asili, dei centri per disabili, solo per citare alcuni esempi, le imprese hanno sempre di più dovuto tenere conto delle esigenze dei lavoratori, tutte le aziende, non solo quelle che hanno partecipato al progetto.
Il Family Audit è partito dal Comune di Feltre, che ha coinvolto il Bim, diventato soggetto capofila e attuatore della parte amministrativa, la Provincia di Belluno, Confindustria, i sindacati e la provincia di Trento.
Ma in che cosa è consistita in pratica l’attività di conciliazione tra lavoro e vita privata? Nel caso del Comune di Feltre, ad esempio, il progetto ha coinvolto il personale del settore affari generali e istituzionali, del settore economico finanziario e gli uffici del segretario generale e del sindaco. Ieri alla premiazione era presente l’assessore alle Politiche della famiglia Giorgia Li Castri: «Si è trattato di pianificare i tempi e le modalità del lavoro, con una serie di misure che si protrarranno anche nei prossimi anni. Oggi più che mai, in periodo di pandemia, ci accorgiamo della importanza di far colloquiare queste due sfere così importanti della vita di tutti noi, il lavoro e la famiglia».
Un altro esempio del Family Audit nella pubblica amministrazione, è quello rappresentato dall’ente di Palazzo Piloni. «La certificazione», ha spiegato il presidente Padrin, «è un riconoscimento importante per noi, in una società sempre più attenta alle questioni della sostenibilità sociale e dell’inclusione. Il nostro ente si è dato da fare in maniera concreta per raggiungere questi obiettivi».
In otto mesi di lavoro, un gruppo di dipendenti provinciali rappresentanti di vari settori ha messo a punto il piano aziendale poi approvato dall’amministrazione. Il piano si compone di 26 azioni suddivise in ambiti che comprendono tra l’altro l’organizzazione del lavoro, la cultura aziendale, il welfare territoriale, le nuove tecnologie. Si è partiti con la concessione a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta dello smart warking. Nei prossimi mesi (il piano è tarato su tre anni) il gruppo di lavoro si confronterà con l’amministrazione per modificare l’orario di flessibilità in entrata, per ridefinire le fasce di part time settimanali, per istituire e promuovere le ferie solidali (un fondo di giorni di ferie da destinare volontariamente a colleghi in difficoltà), per introdurre la figura del mobility manager per il sostegno della mobilità casa – lavoro.
Il piano della Provincia va anche oltre, con azioni che hanno ricadute su tutto il territorio, ad esempio l’uso delle biciclette dell’ente per gli spostamenti in città, la collaborazione con la Consigliera di parità per una ricerca sulla disparità di trattamento tra generi, un sistema di premi nei bandi di gara per i concorrenti che aderiscono al Family Audit.
Alla consegna dei certificati erano presenti anche i sindacati con Rudy Roffarè (Cisl) e Mauro De Carli (Cgil), che hanno definito il progetto come «un punto di partenza, che si dovrebbe estendere a tutte le aziende e le amministrazioni». «Un metodo, un approccio da cui non si torna indietro», hanno detto coloro che lo stanno applicando.
Tra gli interventi, quello del presidente del Consorzio Bim, Mauro Staunovo Polacco: «Un lavoro di sinergia tra enti, compresa la Provincia autonoma di Trento, per rendere la nostra provincia un terreno fertile per le politiche di conciliazione vita privata e lavoro». —
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