Come cavarsela da soli secondo Mauro Corona
A Selva ha presentato il suo libro: «Che si fa senza più petrolio?»

Mauro Corona
«Il mio libro? Interessante da leggere ma non bello», ha detto Mauro Corona alla presentazione del suo libro "La fine del mondo storto" (ed. Mondadori) che si è tenuta nella sala conferenze dell'hotel Nigritella di Santa Fosca. «E' nato per essere universale: volevo uscire un po' dal microcosmo delle mie precedenti pubblicazioni dove parlavo di boschi e cuculi per poter coinvolgere più persone, anche all'estero. Tra tutti i miei libri mi piace solo questo: racconto un'ipotesi che non accadrà mai ma potrebbe. Come sapersela cavare da soli, non che io sia un insegnante ma ho ereditato molto dai vecchi. Una volta per vivere bisognava lavorare con le proprie mani, oggi la manualità manca completamente. Bisognerebbe mandare gli artigiani a scuola. Vorrei far riflettere la gente sulla disastrosa perdita dell'autosufficienza: se, in pieno inverno, finisse il petrolio, il carbone e l'energia elettrica, quanti se la saprebbero cavare? Gli uomini si accorgerebbero che tutto il benessere conquistato, fatto di oggetti meravigliosi e tecnologia, sarebbe perfettamente inutile». Ad accompagnare Corona c'erano l'amico d'infanzia Pietro Carrara e la guardia forestale Alberto Colleselli. «Sono orgoglioso di aver portato Corona per la quarta volta consecutiva a Selva», ha detto Carrara, «con "La fine del mondo storto" Mauro è uscito dal contesto normale per affrontare la fragilità del sistema in cui viviamo: siamo seduti su di una "bomba"». «Siamo tutti protettori dell'ambiente ma proteggerlo è complicato», ha proseguito Colleselli, «nel suo libro Corona provoca una riflessione, ci invita a "pensare" con la coscienza, ci fa capire che non si può andare avanti così». «L'Italia è indottrinata dalla tv», ha proseguito lo scrittore ertano, «ma bisogna ragionare con la propria testa: abbiamo perduto il contatto con la terra. Siamo arrivati al punto che in alcune zone turistiche scende addirittura le neve "firmata". Nel mio ultimo libro la gente capisce che se si vuole salvare deve guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni. La fine del mondo storto raddrizzerà gli animi. Anche la Mondadori brucia i libri per scaldarsi: nemmeno la letteratura, in punto di morte, è così importante. La situazione viene salvata da chi ha memoria del passato: anche i libri servono a mantenere la memoria. Mozart diceva "la musica è tra le note" e io dico che un libro è tra le righe. Un libro ha valore se con il pretesto di raccontare una storia salva anche una memoria, una tradizione o un modo di vivere». Durante la serata non è mancato un accenno all'Isola dei Famosi a cui lo scrittore ertano era stato invitato a partecipare. «Un pensierino ce l'avevo fatto», ha detto, «ma solo perché mi avrebbero dato un sacco di soldi coi quali avrei potuto aiutare un bel po' di amici che a 50 anni si sono ritrovati senza lavoro». Infine ha annunciato i temi dei suoi prossimi libri. «Il titolo del mio prossimo: "20 racconti allegri e uno triste", una raccolta di racconti veri che ho sentito ad Erto e nei dintorni. Poi scriverò un libro un po' autobiografico e uno ai giovani di cui però non voglio ancora dire nulla, altrimenti mi rubano l'idea». Il sindaco Dall'Acqua lo ringrazia e lui dice: «Mi piace venire a Selva e finché vivrò ci tornerò ogni anno».
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