Colpo bis alla Mictu nonostante l’allarme Collavo: «Ho persino dormito in azienda»

Indagini in salita per individuare gli autori del colpo di venerdì scorso «Si sapeva che la banda era tornata in azione, metterò altre barriere» 

il racconto

Si era persino fermato a dormire una notte in azienda, conscio del pericolo imminente, ma alla fine la banda del widia, è riuscita a scegliere la notte giusta, quella di venerdì scorso, per colpire alla Mictu di Quero Vas e rubare alcune barre di materiale. Il titolare dell’azienda, Antonello Collavo, ha la voce un po’abbacchiata. Credeva di avere fatto tutto il possibile per evitare lo sgradito bis. Un analogo furto, infatti, sempre alla Mictu, era avvenuto nel febbraio dell’anno scorso, e allora il bottino era stato di circa 50 mila euro. Stavolta il danno è inferiore perché la banda non si è potuta muovere liberamente nel capannone, proprio grazie al sistema di allarme, che perlomeno, ha costretto i malviventi a rubare un quantitativo inferiore di widia. Si parla di un valore di circa ventimila euro, anche se le verifiche sono ancora in corso.

«Ero stato avvertito da colleghi imprenditori della provincia di Vicenza che la banda era tornata in azione da da alcuni giorni e qualche azienda vicentina era già stata visitata», spiega il titolare Antonello Collavo. «Ho cercato di mettere in campo tutti gli accorgimenti possibili, anche se l’impianto d’allarme installato dopo il furto dell’anno scorso mi faceva sperare che la merce fosse al sicuro. Invece non è stato così. Visti gli avvertimenti ricevuti dai colleghi, avevo cercato una guardia armata da prendere in servizio almeno per questo periodo, ma non ne ho trovate subito disponibili e una notte sono rimasto a dormire in azienda. Anche i carabinieri avevano rafforzato i controlli. Purtroppo venerdì i ladri sono riusciti a colpire e a mio avviso sono le stesse persone di un anno fa, perché, anche se costrette a limitarsi nei movimenti, sono andate a colpo sicuro».

Un’azienda della provincia di Vicenza, colpita nei giorni precedenti, ha raccolto delle immagini dall’impianto di videosorveglianza dove si vedono delle persone, anche in volto. Purtroppo il dettaglio non permette di riconoscerle. «A questo punto rafforzerò anche la zona esterna al capannone con delle ulteriori protezioni. Ne ho già parlato con il tecnico che ha montato il sistema d’allarme».

Il colpo nella notte tra venerdì e sabato, è riuscito grazie all’individuazione dell’unico punto debole, una vetrata antisfondamento che è stata forzata e ha permesso ai malviventi di strisciare sul pavimento eludendo le decine di sensori presenti sfruttando i coni d’ombra forniti dai macchinari. Roba da professionisti. «Lo stesso tecnico del sistema di allarme non si capacita. Evidentemente sono molto esperti».

Malgrado il furto subito, Collavo guarda con ottimismo al futuro: «Abbiamo vissuto mesi molto scarsi a causa della pandemia, ma adesso c’è un po’di lavoro che ci permette di non rimetterci. Attualmente non ho nessun dipendente in cassa integrazione. L’attuale livello di commesse ci permette di stare sul mercato e l’auspicio è che le cose migliorino nei prossimi mesi». –



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