Col Indes-Piancavallo: punto e a capo

Zaia l'aveva fatto intendere, Manzato conferma: il collegamento non si fa
Una veduta verso la Palantina
Una veduta verso la Palantina
 
TAMBRE.
Zaia contro Manzato sul collegamento sciistico tra Col Indes e Pian Cavallo? Macché: sono entrambi d'accordo sul fatto che non ci sono i presupposti per farlo. Lo aveva fatto intendere il presidente della Regione, Luca Zaia, l'altra sera a Cortina, tra l'altro precisando di non aver ricevuto nulla in merito sulla sua scrivania. Lo ha ufficializzato Franco Manzato, assessore all'agricoltura, ieri mattina a "Il Corriere delle Alpi". Manzato ha partecipato lunedì scorso ad un vertice, in Alpago, con i dirigenti della Promotur ed il presidente della Provincia, Bottacin. E immediatamente dopo Promotur ha diffuso una nota in cui si affermava la disponibilità a realizzare l'atteso impianto di risalita da Col Indes a forcella Palantina, per poi agganciarsi al sistema del Piancavallo. Ieri abbiamo intercettato Manzato, a Palazzo Balbi, dopo la giunta in cui è stata approvata l'applicazione del ticket.  «I presupposti per quel progetto non ci sono», ha detto Manzato. Sorpresi, gli abbiamo chiesto se davvero era stato presente al vertice, perché dal comunicato si arguivano conclusioni diverse.  «Sì, ho partecipato. Sono gli amministratori dell'Alpago che insistono per questi impianti. E Promotur è ben volentieri della partita, a patto però che partecipi finanziariamente anche il Veneto. Ma noi non abbiamo assolutamente risorse per un investimento di questo tipo».  I presupposti che mancano sono, dunque, quelli finanziari. Ma non solo. Anche quelli della neve, che in Val Palantina non arriva mai così abbondante.  «E' pure vero che la società friulana è interessata a costruire da queste parti un impianto di risalita, per portare gli appassionati a sciare in Piancavallo. Quindi...».  Manzato, dunque, fa intendere che se anche non fosse contrario per principio all'iniziativa, al momento lo è per la mancanza di fondi.  «Tanto che», aggiunge, «ora come ora sono indispensabili capitali privati».  E, anche questi, latitano. Ancorché sull'altopiano del Cansiglio si rincorrono autorevoli indiscrezioni secondo le quali un gruppo di operatori economici sarebbe interessato ad impegnare risorse nello sfruttamento turistico dell'area, a partire dall'hotel San Marco e dal rifugio Sant'Osvaldo. Alla luce delle nuove posizioni della Regione, le associazioni ambientaliste ed alpinistiche si sono convinte a sotterrare l'ascia di guerra, che volevano brandire fin dai prossimi appuntamenti popolari sulla Piana.  «Non posso che accogliere positivamente la presa di distanza dei massimi rappresentanti della Regione», ammette Toio De Savorgnani, di Mountain Wilderness, «anche perché, in un recente convegno organizzato a Vittorio Veneto, Manzato aveva dichiarato ben altre disponibilità, che ci avevano vieppiù convinto delle ripetute asserzioni della Regione Veneto per la salvaguardia generale del Cansiglio».  Il tema sarà comunque al centro del raduno dei cimbri, domani in Pian Osteria; tanti di loro, come degli abitanti comunque di Tambre, continuano ad essere convinti dell'opportunità del collegamento. Che nel dettaglio consiste nella realizzazione un impianto di risalita che, partendo da Col Indes, a 1.200 metri, arrivi sino a Forcella Palantina, situata a quota 1.800 metri. Da qui, la nuova struttura si collegherebbe con il Piancavallo, che si trova sull'altro versante della montagna. Per il momento, le idee avanzate sono due: costruire un impianto a 2 o 3 seggiovie, oppure una cabinovia con stazione intermedia; per quanto concerne le piste, i tracciati sarebbero di media difficoltà nella parte alta; più facili, invece, a valle, dove potrebbe essere sviluppato un campo scuola. Oltre a mettere in collegamento i territori di Belluno e del Piancavallo, l'ipotesi consentirebbe di riqualificare anche la zona di Col Indes, dove anni fa sorgeva un piccolo impianto di risalita, attualmente dismesso.

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