Coesione e crescita sociale da Cariverona 730 mila euro

La Fondazione ha finanziato due progetti che coprono tutta la provincia Una piattaforma di servizi con sportelli informativi e uno spazio per la comunità

Irene Aliprandi / belluno

Sportelli informativi, piattaforme digitali integrate, rigenerazione di spazi abbandonati, sostegno a progetti in favore della comunità. Nuovo importante contributo da parte della Fondazione Cariverona, che ha approvato il finanziamento di due progetti bellunesi nell’ambito sociale. Nel complesso arriveranno 730 mila euro.

snodi in quota

Il primo progetto si chiama “Snodi in quota - Piattaforma per Dolomiti Inclusive” e vede il Comune di Belluno capofila, con partner operativo l’Università Ca’ Foscari, ma coinvolge ben 46 Comuni, Metalogos e dieci cooperative. Il contributo richiesto era di 400 mila euro e la Fondazione Cariverona ne ha stanziati 370 mila. Grande la soddisfazione dell’assessore al sociale di Belluno, Lucia Pellegrini: «Il progetto si divide in tre azioni: l’apertura degli snodi, la creazione della piattaforma e il sostegno a progetti comunitari». Gli “snodi”, nella pratica, saranno degli sportelli aperti al pubblico dove trovare informazioni di varia natura: dai servizi sociali presenti sul territorio alle offerte di lavoro, dalle informazioni turistiche a quelle culturali.

la coesione sociale

«Non ci sarà uno snodo in ogni comune», prosegue Pellegrini, «ma ci saranno dei “satelliti” cioè computer installati nelle attività commerciali e consultabili da chi non ha mezzi propri. Nella piattaforma, infatti, tutte le informazioni disponibili saranno messe in rete e accessibili a chiunque, accorciando le distanze e realizzando una autentica condivisione e sviluppo di comunità. Si tratta di un progetto di forte innovazione sociale, una sorta di piazza virtuale che renderà meno isolate le persone che vivono nei centri più piccoli e lontani».

dolomiti hub

Il secondo progetto finanziato dalla Fondazione Cariverona si chiama “Dolomiti Hub: un Welfare di comunità” ed è stato pensato e costruito da Dolomiti Lab Impresa Sociale Fonzaso. Il primo obiettivo è quello di ristrutturare uno dei tanti capannoni industriali abbandonati del Veneto, cioè l’ex Diadora di Fonzaso, dove fino all’anno scorso è sopravvissuto il negozio Tempo di Sport.

«Si tratta di 1.250 metri quadrati dove, da agosto, abbiamo già rigenerato una porzione per realizzare spazi di co-working e co-office», spiega il responsabile del progetto, Walter Moretto. «Siamo partiti dall’ascolto del territorio, dei bisogni e dei desideri delle persone che ci vivono e abbiamo individuato cinque aree di intervento: spopolamento, denatalità, carenza di networking, carenza di competenze o di sbocchi per quelle che ci sono, e nuove povertà sociali».

Lavorare con i giovani, ascoltando le loro necessità, ma anche passioni e aspirazioni, è il presupposto fondamentale per rispondere a queste problematiche.

le collaborazioni

Il progetto di Dolomiti Lab Impresa Sociale Fonzaso ha trovato 36 partner pubblici e privati, tra i quali l’Usl, la Provincia, i 15 Comuni del feltrino, l’Enaip, Confindustria, Appia, due sindacati, il Gal, enti del Terzo Settore, il Consorzio Bim e l’Università di Padova che porterà a Fonzaso il Centro studi Giorgio Lago per l’analisi dell’impatto e dello sviluppo sociale. Inoltre una cinquantina di persone, detti hubber, mettono a disposizione le loro professionalità. Il risultato è una grande rete che, attraverso l’ascolto e il confronto, realizza progetti a favore della crescita della comunità.

il capannone

Il luogo fisico di questo scambio sarà il capannone di Fonzaso, dove, a ciò che è già stato realizzato durante l’estate e l’autunno, troveranno spazio: una grande zona per il co-working, una sala polifunzionale con un centinaio di posti, aree meeting e altri ambienti ibridi che potranno essere attrezzati a seconda delle necessità che emergeranno. L’occasione di incontro sarà data da un bar con ristorante che sarà lo snodo centrale del Dolomiti Hub.

«Ci saranno percorsi formativi per i giovani e sostegno pratico a chi vuole avviare un’impresa, ma soprattutto spazio per chi non ha uno spazio», conclude Moretto. «Accanto a queste attività e al supporto alle fragilità ci sarà anche una forte connotazione e produzione culturale, compresi cinema, teatro e musica. Perché la cultura è ciò che caratterizza un territorio». —

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