Code sull’Alemagna tra volantini e camion “lumaca”

Una decina di manifestanti protesta alle porte di Longarone Domattina blocco del traffico se il governo non si dimetterà
Di Gigi Sosso

LONGARONE. La forza del forcone. Alle porte di Longarone, si è passati in fretta dal presidio davanti al negozio Fercas, al volantinaggio e al rallentamento del traffico sulla statale di Alemagna con un camion lumaca. Se non cambia qualcosa, anzi tantissimo, domani mattina si arriverà al blocco totale della circolazione. La protesta è contro governo, tasse ed Europa, con la richiesta di dimissioni all'esecutivo Letta. Tutti a casa. Ieri si erano ritrovati in una decina, all'ombra di una roulotte e un gazebo e sinceramente immaginavano di essere più numerosi. Qualcuno ha preferito dormire o aveva altri impegni.

Ma i presenti non si sono depressi e, dopo un'oretta, con la visita di Polizia e Carabinieri hanno tolto dal cellophane 3 mila volantini da distribuire agli automobilisti in transito verso il Cadore o Ponte nelle Alpi: «L'Italia si ferma. Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l'identità di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni».

Il messaggio è scritto in verde anche su un lenzuolone bianco a due piazze, appeso accanto al vicino distributore di benzina. In fondo al foglio, la firma del coordinamento nazionale dei gruppi e dei movimenti: Life (Liberi imprenditori federalisti europei); Aitras (Associazione italiana trasportatori); I Forconi; Cra (Comitati riuniti agricoli); Maa (Movimento autonomo autotrasportatori); Azione rurale Veneto e Cospa Cobas latte. Apolitici, dichiaratamente pacifici, anche se «quando un governo non fa ciò che vuole il popolo va cacciato anche con mazze e pietre». Poi spiegano senza dare le generalità che «è un presidio per far capire alla gente che ci siamo e vogliamo ribellarci a questo stato di cose. Lo stato è pagato da noi, ma in cambio non riceviamo niente e, visto che abbiamo gli attributi, dobbiamo svegliarci. Il governo deve dare le dimissioni: questa è la nostra richiesta principale, in caso contrario domattina il rallentamento diventerà blocco totale. La nostra manifestazione andrà avanti a oltranza».

Ci sono giovani alla ricerca del primo lavoro e persone più mature, che il posto l’hanno perso e non riescono a trovarne un altro: «Ho un figlio grande e guai se non avessi una famiglia alle spalle, che mi dà una mano come e quando può», si lamenta uno di loro, che è trapiantato in provincia da Napoli, «voglio un gran bene al mio paese, tanto è vero che ho portato il tricolore, ma questa classe politica, che ho contribuito a eleggere non sta facendo niente per noi. Siamo nelle mani dei poteri forti e delle banche ed è sempre più difficile trovare un’occupazione. Del resto, basta guardarsi intorno. Siamo nella zona industriale di Longarone e i parcheggi delle aziende sono mezzi vuoti: ci sarà un motivo...».

L’allarme in Europa è già suonato fortissimo e le sirene stanno arrivando anche in riva al Piave: «Non vogliamo fare la fine della Grecia e siamo convinti che, se il nostro Paese non è ancora andato in fallimento, è solo perché a qualcuno non conviene che succeda. Mi viene in mente la Germania, ad esempio. La verità è che il vecchio continente sta andando a due velocità e noi purtroppo siamo tra i lenti. Non possiamo stare fermi».

Calano le ombre e il camion lumaca comincia a fare la staffetta, in un verso e nell’altro: tutti in coda.

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