Co-working e studi professionali, Dolomiti Hub riparte a pieno ritmo

Dopo la pandemia la struttura alla Fenadora punta sulle imprese mantenendo viva l’attenzione iniziale al sociale e agli enti locali

Laura Milano

Ripartito a pieno regime da due mesi e mezzo, dopo il fermo dovuto al Covid, Dolomiti Hub ha riassunto, nella sua gamma di servizi, la completezza di laboratorio dinamico di innovazione sociale per il quale è nato nel 2019, incassando la fiducia della Fondazione Cariverona e della Cassa Rurale Valsugana e Tesino che hanno contribuito ad alleggerire il milione e mezzo di investimenti.

Ieri l’appuntamento per presentare la struttura alla Fenadora di Fonzaso, un luogo di 1400 metri quadrati distribuiti fra piano terra e rialzato, dove si creano nuove opportunità e relazioni per le persone e le aree montane, premiato per “Innovazione sociale all’interno del territorio” della Camera di Commercio.

A Dolomiti Hub, in uno spazio tutto tecnologico e tutto cablato per uno “streaming” con il mondo, ci si ritrova in un open space dove convivono la sezione bistrò per pranzi veloci (di media una sessantina di coperti al giorno), rinfreschi e “cotoletta e patatine” dopo i cineforum interattivi per i bambini, e quella dello smart working per chi ha bisogno di lavorare fuori dal baccano domestico e si prenota una postazione confortevole e stimolante.

È uno spazio a disposizione delle imprese, che possono avvalersi di un auditorium, e insieme dei sindacati – la Fiom ci ha tenuto la sua assemblea con pranzo incluso – dei giovani e degli studenti, dei maestri yoga alla ricerca di una stanza riscaldata, e dei professionisti.

Il piano rialzato è stato attrezzato di tutto punto ed è messo in affitto, con formule diverse – da qualche ora a una intera giornata o più giornate – per psicologi che ricevono i clienti, o professionisti e creativi che cercano privacy o ispirazioni. E c’è pure una cabina telefonica insonorizzata, come tutto il resto degli ambienti, nel grande open space.

Insomma «dal mondo sociale, variegato e trasversale, abbiamo intercettato e interpretiamo le richieste in termini di servizi resi», spiegano Walter Moretto, responsabile di Dolomiti Hub, Debora Nicoletto e Fernanda Leòn, impegnata nella comunicazione.

«I dipendenti che garantiscono l’apertura e il funzionamento della parte operativa, dal bistrò con bar per le prime colazioni alla cucina, sono circa una decina», si spiega dalla direzione del centro, «ma gli hubbers che ci sostengono e che ci danno una mano anche nelle cose pratiche sono tantissimi. Una squadra allargata che ci sostiene anche nella fase delicata che attraversiamo ora a decollo avvenuto. Stiamo esplorando quello che possiamo ancora diventare, grazie al contributo e ai suggerimenti che vengono dal mondo. Già gli enti locali ci vedono come una grande risorsa. Come impresa non siamo ancora alla sostenibilità, ed è in questa direzione che allarghiamo il coinvolgimento alle imprese private. Resta il fatto però che uno spazio come questo non c’è in tutto il Veneto e nemmeno nel vicino Trentino. E che dagli studi fatti, se mettessimo in fila a livello nazionale tutti i capannoni dismessi, si formerebbe una fila di trecento chilometri».

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