Clio Make up, bellunese a New York

La giovane conta 80mila utenti su Youtube e si sta preparando per la nuova trasmissione-concorso che riparte lunedì
BARSOTTI - CLIO MAKE UP ARTIST
BARSOTTI - CLIO MAKE UP ARTIST

BELLUNO. Abito nero con gonna a palloncino, scarpe con tacco rosso fuoco, trucco naturale con un tocco d’ombretto dorato per illuminare lo sguardo e i soliti tatuaggi, quelli che il pubblico di Clio conosce dai suoi tutorial. La giovane make up artist, con i suoi 80.000 utenti su YouTube, i contratti con marche prestigiose, i manuali di trucco, arriva a Padova per promuovere la seconda stagione della trasmissione “Clio Make Up” su real time canale 31 del digitale: «Abbiamo visto che il pubblico ha un target d’età diverso rispetto a quello su YouTube» ci racconta Clio «c’erano molte universitarie, così abbiamo scelto città fortemente legate all’Università, per incontrarle. Oggi sono a Padova, il 10 a Bari e il 12 a Palermo. Sono però felicissima oggi di essere venuta nel mio Veneto».

E le tante ragazze in fila, davanti alla casetta a vetri costruita in Prato della Valle, confermano il clamoroso successo che sta ottenendo la ragazza partita da Belluno, dopo il suo trasferimento a New York, e la sua idea di filmarsi mentre si trucca per insegnare alle altre giovani in rete come si fa.

«A noi piace perché è alla mano, è simpatica, genuina, ed è veneta» dicono Chiara e Giusy, studentesse di Chimica e Tecnica Farmaceutica. Per Gloria e Federica, di Lingue e Mediazione linguistica, «lei presenta tutte le nuove tendenze visto che sta nella Grande Mela». Lunedì prossimo riparte la trasmissione: «Dopo la prima esperienza in cui non sapevamo come sarebbe andata, questa è stata come ritrovarsi fra amici, anche le ragazze che sono venute erano molto più a loro agio. E le ragazze che sono qui, si sono iscritte su Youtube al concorso e nella casetta di vetro davanti a una serie di computer hanno 20 minuti per truccarsi con un mio tutorial. La migliore delle tre tappe sarà mia ospite nella terza edizione del programma».

Silvia Gorgi

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