Cittadinanza onoraria al reparto legato alla storia feltrina

Cerimonia sotto il loggiato del municipio per sfuggire all’afa. Il colonnello Zamboni: «Un rapporto mai venuto meno»
PERONA - FELTRE - CONSEGNA DELLA CITTADINANZA DI FELTRE AL SETTIMO ALPINI - SETTIMO - ALPINI - CITADINANZA - FELTRE
PERONA - FELTRE - CONSEGNA DELLA CITTADINANZA DI FELTRE AL SETTIMO ALPINI - SETTIMO - ALPINI - CITADINANZA - FELTRE

FELTRE. Gli alpini del Settimo reggimento sono feltrini ad honorem. All’interno dei tre giorni del raduno il sindaco Paolo Perenzin, a nome dell’amministrazione, ha consegnato al Settimo alpini la cittadinanza onoraria, che era stata conferita un mese fa dal consiglio comunale, su proposta della sezione Ana Feltre in occasione del centenario della Prima guerra mondiale.

Ieri pomeriggio c’è stata la cerimonia ufficiale, ma un po’ inedita visto che per il gran caldo è stata spostata dalla sala degli Stemmi all’aperto, sotto il loggiato.

«Noi italiani siamo bravi a improvvisare e a trovare una soluzione», ha scherzato il presidente della sezione Ana, Carlo Balestra, che nel suo discorso ha sottolineato l’attaccamento della città verso le penne nere: «Nonostante sia orfana degli alpini dopo che hanno lasciato la caserma Zannettelli, c’è un legame profondo. Siamo felici e fieri che il consiglio comunale abbia accolto la nostra richiesta».

Il Settimo ha ricevuto la cittadinanza onoraria, ma si è sempre sentito feltrino, anche dopo essere strato trasferito. Lo ha detto chiaramente il comandante Diego Zamboni: «Anche se l’estrazione del personale è cambiata, passando da prettamente locale a composta da uomini di ogni parte d’Italia e si potrebbe pensare che si sia persa la diretta affinità con Feltre, in realtà il rapporto non è mai venuto meno. Il Settimo reggimento e il Battaglione si sentono ancora l’unità della città di Feltre e parte integrante di questa realtà sociale. Le nostre radici sono qua. Ringrazio per questo atto che magari può sembrare semplice, ma incarna ideali a cui teniamo fermamente».

Dopo aver ripercorso le tappe del Settimo nel corso degli anni - dopo essere stato sciolto nel 1975, venne ricostituito nel ’92 nella sede dalla caserma, dove rimase fino al 2005 - il sindaco Paolo Perenzin ha parlato di «un segno di riconoscimento da parte della città per le innumerevoli azioni in guerra e in pace a difesa della popolazione che gli alpini hanno sempre svolto».

Una fra tutte, «il Settimo è stato il primo a prestare soccorso dopo la catastrofe del Vajont, meritandosi una medaglia d’oro al valor civile», ha evidenziato il sindaco. «È un atto doveroso per la riconoscenza che la città deve dimostrare agli alpini, che sono stati una parte essenziale della sua storia. Ricordiamo poi che il riconoscimento avviene nel centenario della Prima guerra mondiale, sperando che la diplomazia e la politica lavorino per non far parlare le armi. È l’auspicio e il segnale che vogliamo dare come città». (sco)

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